La feccia padana e il pensiero che non va

afp136094381108160729_big Ieri gli scherzi del calendario hanno fatto coincidere tre medaglie ad atleti veneti. Oggi sono arrivati gli ori di una livornese e di una iesina senza che a nessuno sia venuto in mente di suonare la Marche pontificale di Gounod o di inneggiare a Pio IX Papa Re, o al Granduca di Toscana.

Ma la feccia padana che ci governa, sempre più incontinente, non riesce mai a star zitta. Lo sceriffo razzista di Treviso Gentilini e il leghista a maniche corte Matteo Salvini, riescono addirittura a litigare tra loro: “eroi veneti”, dice uno, no “eroi padani” ribatte quell’altro e pretendeva che suonassero Va’ pensiero. Io direi che per andare, il pensiero, bisognerebbe averlo… Poveracci. Loro e chi gli ha votato.

Intanto la medaglia d’oro nella spada, Matteo Tagliariol, il più pregiato degli eroi padani o serenissimi che dir si voglia, ha cantato l’inno di Mameli, si dichiara orgoglioso di essere italiano e si lamenta di essere dovuto emigrare a Milano perchè a Treviso non c’era una sala d’armi all’altezza.

 

PS: a dire il vero Valentina Vezzali e famiglia non riuscivano a parlare senza dire che dio di qua, che lo spirito santo di là, e che dall’alto qualcuno… ma una volta non c’era un comandamento che diceva di non nominare il nome di dio invano?