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L’Argentina post-neoliberale ha raddoppiato gli investimenti nell’Università pubblica

uba2 [1]In Italia l’ascensore sociale è fermo anche perché il disinvestimento in educazione è una bomba atomica contro il progresso. In Argentina, al contrario, le cose vanno in senso opposto dopo la notte neoliberale. Nel grande paese australe oggi ci sono 47 università pubbliche e totalmente gratuite e ben nove di queste sono state fondate durante i governi di Néstor Kirchner e Cristina Fernández. Il fatto straordinario è che l’80% degli studenti di queste nuove università, collocate per metà nell’enorme periferia di Buenos Aires e per l’altra metà ai quattro angoli del paese, appartengono a famiglie dove nessuno mai aveva avuto accesso all’educazione superiore. Anche le borse di studio per studenti a basso reddito sono passate da appena 2.000 nel 2003 ai 47.000 odierni.

In totale, negli ultimi 10 anni, il numero di studenti universitari è aumentato del 28% e il numero di laureati del 68%. L’80% frequentano università pubbliche e gratuite, il 20% private. Tutto il sistema educativo si beneficia della caduta del regime neoliberale: anche gli accessi alla scuola superiore sono aumentati del 54% e l’Argentina kirchnerista investe in educazione il 6.5% del PIL, tra i maggiori della regione, un valore sopravanzato solo dall’inarrivabile 12% di Cuba. Basta così, altrimenti a Giavazzi e Ichino viene un’ulcera.

Fonte principale: IPS