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Romano Prodi: ho i miei dubbi

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Spero che questo appunto si riveli usa e getta nel giro di poche ore. Non ho dubbi personali sulla figura di Romano Prodi al quale preferirei (di gran lunga e apertamente) Stefano Rodotà o, in subordine, Zagrebelsky. Ebbene sì, considero Prodi un ottimo candidato e il pedigree europeo del Prof. bolognese un fatto del tutto positivo. W Prodi, W l’Europa, W l’Euro, per essere chiari. Il problema adesso è, più che il metodo, la realizzabilità di un progetto Quirinale che oramai sembra condotto dal comandante Schettino.

Se l’accordo col Satrapo lombardo per Marini una sua logica (scellerata) l’aveva, che logica ha compattarsi su di un nome che -almeno per ora- è votato solo dal centro-sinistra? Sì, il ripensamento di SEL (che dovrebbe avvenire solo dal pomeriggio), sarebbe un primo passo di ricompattamento, ma chi dovrebbe mettere i voti che al centro-sinistra comunque mancano su un nome così di parte? Escluse le destre resta il metodo Grasso?

Chissà, ma perché mai il Movimento Cinque Stelle, che ha compiuto il passo storico di votare un uomo del centro-sinistra di altissimo e impeccabile profilo come Stefano Rodotà, dovrebbe adesso fare un ulteriore passo per votarne un altro che è sì nella loro rosa di dieci nomi ma ben più connotato da creare mal di pancia? C’è una trattativa o è una proposta? Ma non fareste voi prima a riconoscere che Stefano Rodotà è il miglior presidente possibile?

Ma non è la “voglia di Rodotà” che mi porta a questo ragionamento. Temo che la volontà di alcuni sia provare ad eleggere Prodi con un colpo di mano, per un pugno di voti, e la volontà di altri (D’Alema innanzitutto che proverà a sgambettarlo) di lasciarlo provare. Comunque sia: il centro-sinistra proverà a eleggere un presidente della Repubblica per un pugno di voti e che potrebbe essere facilmente impallinato anche solo da una decina di franchi tiratori. La giornata si preannuncia torrida e potremmo trovarci di fronte ad una seconda e più esiziale sconfitta del PD in 24 ore. E poi, eletto Prodi, per fare quale governo il giorno dopo con un Bersani oggettivamente azzoppato?

Romano Prodi sarebbe un presidente per le urne a giugno, alle quali il centro-sinistra spera di arrivare con l’uomo della provvidenza Matteo Renzi sognando che possa fermare il satrapo. Piani B, soprattutto progettuali e programmatici non ce ne sono. Non so se ci sono altri cammini ma questo è un campo minato.