Sulle bandierine della Ferrari, i marò da riportare a casa dall’India, il Brasile e la politica estera italiana

Fa un po’ pena la politica estera italiana in questi anni. Proprio pena nel senso di compassione. Ricordo gli insulti razzisti antibrasiliani quando non fu concessa l’estradizione di Cesare Battisti. Per i politici italiani, pagati come sono pagati, il Brasile non è una grande potenza mondiale, un paese serio abitato da persone serie e con dirigenti politici seri da trattare seriamente ma calcio, donnine facili e corruzione (una piccola Arcore, insomma). Non fece la cosa giusta Lula, lo scrissi e lo ripeto, ma poteva permetterselo perché lo sguaiato latrare italiano poteva al massimo farlo ridere. Così Lula poteva ridere delle minacce di embargo (sic) di Ignazio La Russa, così l’India di Manmohan Singh può guardare con indifferenza  allo smaniare senza costrutto italiano per la vicenda dei due marò che all’inizio avevano addirittura fatto vaneggiare di uno sciagurato blitz.

Anche in questo caso i commenti e le azioni sono stati fin dall’inizio improntati ad un senso di superiorità sciovinista intollerabile. Se, come è giusto, volete riportare i due marò a casa, dovete andare in India col cappello in mano, promettendo mari e monti e dando garanzie sulla certezza del compimento della pena che il tribunale indiano comminerà. Come credete di riportarli a casa? Con le bandierine adesive sulle Ferrari? Credete che un miliardo e dispari di indiani, un paese che tutti gli anni laurea 700.000 nuovi ingegneri, si spaventeranno o commuoveranno?

Ha ragione Giuliana Sgrena per una volta. Perché non siamo andati negli Stati Uniti con le bandierine a chiedere giustizia per Calipari o per i poveri morti del Cermis? Cosa dà ad un’Italia sempre più con le toppe nel sedere il diritto di alzare la voce verso grandi paesi come il Brasile o l’India senza neanche avere il diritto internazionale dalla sua?

Vi risulta incredibile che l’India possa essere infinitamente meglio piazzata di noi nelle classifiche sulla corruzione? Se vi risulta incredibile sappiate che state esprimendo un pregiudizio razzista. Pensate che davvero nel resto del mondo tollererebbero di avere in politica il circo di Trota Bossi, Nicole Minetti, Fiorito e quant’altro? Credete che non sappiano gli indiani o i cinesi o i brasiliani, per non parlare dei tedeschi che ci permettiamo di odiare tanto, con quale miseria umana media si confrontano quando incontrano politici italiani?

Abbiamo appiattito e continuiamo ad appiattire la nostra politica estera su quella statunitense senza avere più da tempo un’agenda autonoma (Viva Andreotti, guarda cosa tocca dire…) pensando che il mondo cominci e finisca sotto quell’ombrello e soprattutto non capendo che il ruolo dell’Italia nel XXI secolo è pari a quello di San Marino nel XX. Solo con tanta Europa, ma soprattutto tanta serietà, credibilità e rispetto per i nostri partner, tutti, anche quelli che nella nostra elementare visione di mondo consideriamo popoli inferiori, potremmo venirne fuori. Con le bandierine non si va da nessuna parte.