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L’Università Cattolica di Lima non si piega all’Opus Dei e il Vaticano la declassa

Cipriani [1]

Una delle più prestigiose università dell’America latina, la Pontificia Università Cattolica del Perù, di Lima, dove si sono laureati tra i tanti l’attuale presidente Ollanta Humala e il suo predecessore, Alan García, non potrà più chiamarsi né Pontificia né Cattolica. La decisione è stata presa dal Segretario di Stato Vaticano ma era attesa da quattro mesi, da quando l’Ateneo aveva ricevuto un vero ultimatum da Roma per adeguare i propri ordinamenti dopo un conflitto durato un anno e mezzo che vede sullo sfondo la lotta senza quartiere condotta dal cardinale primate di Lima, Juan Luís Cipriani (foto), membro dell’Opus Dei, per spezzare l’autonomia di un ateneo considerato troppo progressista.

Il controverso cardinal Cipriani, un estremista di destra famoso per aver definito i diritti umani “una stupidaggine”, eppure considerato tra i più solidi papabili nel prossimo conclave, si era da tempo fatto promotore di uno scontro aperto nei confronti dell’ateneo. Sullo sfondo due sono i motivi principali. Da una parte vi è la resistenza dell’Università a permettere al Cardinale di far parte della giunta dell’Ateneo, una posizione che gli permetterebbe di controllare la gestione del ricco patrimonio della PUCP e che, secondo l’ateneo, violerebbe la legislazione peruviana in tema di autonomia universitaria, sottoponendo le decisioni dell’ateneo alle scelte della curia romana. Dall’altra il conflitto ideologico che, fin dagli anni ‘60, fa considerare la PUCP come una fucina del cattolicesimo progressista peruviano, in aperto contrasto con la gerarchia opusdeista del paese, e più volte accusata di diffondere la teologia della liberazione.

Secondo il Rettore, Marcial Rubio, con parole che ricordano quelle dei “cattolici adulti” di Romano Prodi, spazzati via dal revanchismo ruiniano: “siamo cattolici come bisogna essere nel mondo contemporaneo. Siamo per il pensiero critico e la libertà di cattedra di tutti i docenti. Rispettiamo la diversità e siamo per una teologia sociale”. Troppo per l’Opus Dei, per la quale nella PUCP vi sarebbero docenti “contrari alla dottrina cattolica e perfino favorevoli ai matrimoni omosessuali”.