Ma insegnare a Macerata è una diminutio?

Sia per quanto concerne le mie posizioni sulla lista antisemita, sia per quanto riguarda le mie posizioni sull’America latina, in questi giorni trovo scritto ripetutamente in giro con identico tono irridente “un professore dell’Università di Macerata si permette di dire che…”

Lo fanno, ma non solo loro, soprattutto quei giornalisti mainstream colti con le mani nella marmellata. Si sono passati la voce e lo ripetono come sono abituati a ripetere le veline di Langley o le loro fonti esclusive da Miami: “che vuoi che ne sappia di America latina uno che insegna a Macerata”.
Non potendo attaccare sul merito si attacca la sede, cosa che testimonia da sola la qualità di chi usa tali argomenti e quanto classista e limitata sia la loro testolina. Avessi detto che insegnavo nell’ultimo junior college negli Stati Uniti si sarebbero inchinati. Essere stato professore invitato e aver dato conferenze in svariate Università del continente (o sull’altro fronte conoscere tanto i territori occupati come Israele e scriverne da una dozzina d’anni) non conta nulla.

Invece insegnare di America latina all’Università di Macerata (e da lì scriverne sui giornali di 5-6 paesi latinoamericani e soggiornare per studio e lavoro in America latina varie volte l’anno da 15 anni a questa parte, e aver pubblicato decine di saggi e centinaia di articoli sul tema), sarebbe una diminutio?

Poveretti…