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Trenitalia, i mezzi pubblici e il conto della serva

Leggo dei tagli a Trenitalia, delle proteste dei pendolari e della preferenza classista per l’Alta Velocità contro l’abbandono dei treni locali e della figura discussa dell’amministratore Mauro Moretti e faccio una riflessione che tocca il nodo di ogni dibattito su beni comuni e servizi pubblici: o si difende il fatto che devono essere disponibili e convenienti per tutti oppure non servono a nulla.

Domenica, dopo aver costatato che il pieno di benzina oramai rasenta i cento euro, e che per fare Macerata-Prato e ritorno tra benzina e autostrada ci volessero circa 90 Euro (e 3.5-4 ore a tratta) ci siamo messi a calcolare se fosse conveniente usare il treno per un viaggio che facciamo regolarmente. Ebbene col regionale (7 ore abbondanti a tratta) in due ci vogliono cento euro tondi andata e ritorno. Con Intercity ed Eurostar (non meno di 5.5 ore) il treno non è competitivo neanche se si viaggia da soli. Questo il conto della serva. Ovviamente si va in macchina ora e anche quando la benzina costerà due Euro. Ma qualcuno mi spieghi com’è possibile che un mezzo sul quale viaggiano contemporaneamente 300-500-1000 persone possa essere più costoso di uno sul quale viaggiamo in due.