Lucian Freud, Amy Winehouse e l’informazione culturale

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Non aveva 27 anni e non era tossicodipendente ma ci ha lasciato, largamente ignorato dai media, Lucian Freud (nell’autoritratto), uno dei più sensazionali artisti del XX secolo. Nipote di Sigmund Freud (figlio del fratello), nato a Berlino, si era trasferito a Londra ancora bambino all’avvento al potere di Adolf Hitler. Rimando a chi con molta più competenza di me può tracciarne lo straordinario profilo artistico e ne consiglio di cuore l’opera a chi non lo conoscesse.

Noto, per quanto mi concerne, come anche l’informazione cosiddetta culturale sia oramai completamente supina agli interessi dello showbiz e solo in ragione di questo costruisca la propria agenda. Nella nostra epoca bastano un paio di buoni dischi e una vita maledetta a fare della morte di un’artista un caso planetario e una suprema occasione di business, mentre chi davvero ha lasciato una traccia sulla nostra cultura viene ignorato non potendone essere monetizzati neanche i coccodrilli.

Le arti pop, le arti di massa sono innanzitutto le arti commerciabili in un processo di oscuramento di qualunque cosa non abbia un’immediata redditività (le opere di Freud valgono moltissimo ma chi deve saperlo lo sa perfettamente). Così il volgo viene tenuto all’oscuro non per una precisa volontà di occultare ma perché il precipitare della qualità umana e della cultura media nelle redazioni dei media impedisce di soppesare le notizie. Tutto ciò, una volta di più, si traduce in omologazione del messaggio e impoverimento della biodiversità culturale e informativa.

Il fatto triste è che anche gli agenda setting alternativi finiscono per esserne condizionati e schiacciati. Ieri pomeriggio la bacheca Facebook di chi scrive nel giro di pochi minuti si è popolata di centinaia di “stati”, “condivisioni” e quant’altro sulla notizia della morte di una regina delle play-list imposte dalle major discografiche alle radio. L’altra morte, avvenuta poche ore prima nella stessa città, non aveva causato neanche l’1% dell’interesse e della commozione. Eterodiretta.