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Distruggendo Ophelia: la presunzione d’innocenza a senso unico nel caso Strauss-Kahn

dsk [1]Giovanna Botteri spiattella da ore su tutti i canali Rai che Ophelia, la cameriera africana del caso Strauss-Kahn, abbia denunciato l’ex-direttore dell’FMI per stupro dopo un rapporto mercenario non pagato. E poi giù a sviscerare dettagli su come la puttana africana esercitasse il suo –presunto- secondo lavoro. Non si preoccupa, lei e molti altri mainstream, di citare la fonte di tali rivelazioni trattate come verità processuali.

Eppure non bisogna andare tanto lontano per essere indotti alla prudenza. Maurizio Molinari de La Stampa avverte che: “Lo rivela il N.Y.Post (giornale scandalistico che nulla ha a che vedere col New York Times, ndr) imbeccato dagli avvocati difensori”.

Il pezzo [2] di Molinari è prezioso nel restituirci un contesto:

i tabloid di New York sono inondati da rivelazioni su «Ophelia» provenienti quasi sempre da ambienti vicini alla difesa dell’ex direttore esecutivo del Fmi, che punta a creare un’atmosfera favorevole al completo proscioglimento quando, il 18 luglio, si celebrerà la prossima udienza.

Fortunatamente qualcuno ogni tanto si ricorda di fare il giornalista e di restituire un frammento della complessità del mondo che ci circonda e non solo una semplificazione compiacente. Tutto ciò non significa che Ophelia, che ha un nome, Nafissatou Diallo (e la difesa della privatezza della quale è da tempo un vezzo dei media che fingono di essere politicamente corretti nei suoi confronti), non possa aver mentito in tutto o in parte. Non significa neanche che Dominique Strauss-Kahn non possa essere stato vittima di una falsa denuncia o perfino di un complotto ordito dalla Spectre. La Rete, che come sempre in questi casi dà il meglio e il peggio di sé, ne è già piena, millantando di una regia occulta di Nicolas Sarkozy dall’Eliseo oppure di una presunta trappola liberista dall’interno dell’FMI contro il presunto keynesiano Strauss-Kahn. Un complotto della destra contro il nostro campione di sinistra insomma, magari tendente a mettere il dirigente politico francese sullo stesso piano del re di bunga bunga e tutto si tiene, dalle scie chimiche all’11 settembre.

In Rete, ancor più che nei media tradizionali, dove pure Vittorio Feltri ha offerto pezzi di –invereconda- bravura “adesso uno non è più libero neanche di farsi una scopata”), riemerge l’Italia di sempre, la stessa che negli anni ‘60 avrebbe mandato al rogo Franca Viola e che ancora ieri provava onanistico piacere a bersi che con un jeans attillato non possa esserci stupro. E allora eccoli lì a riprodurre un eterno immaginario maschile da porno-soft anni ‘70 per il quale una cameriera d’albergo è una merce disponibile. Quindi DSK avrebbe potuto avere tutte le donne che voleva (sic) e di conseguenza sarebbe innocente perché non avrebbe potuto desiderare la signora, che si preoccupano di descriverci come non piacente. In alternativa una poveraccia come Ophelia mai avrebbe potuto resistere al fascino (i soldi, il potere, perfino il bianco della pelle) di quell’uomo e quindi non avrebbe potuto non essere consenziente.

E’ a questa Italia (ma anche Francia, Stati Uniti e quant’altro) che, con temeraria pazienza, vanno ricordate alcune cose terra terra:

1) La presunzione d’innocenza esiste anche per le cenerentole africane e non solo per i principi azzurri francesi.

2) Perfino una prostituta può non desiderare un rapporto sessuale e qualora le venga imposto, strano ma vero, è stupro.

3) Una donna stuprata ha il diritto di non essere Santa Maria Goretti. Può avere frequentazioni equivoche, perfino precedenti penali e può perfino pensare di trarre vantaggio dall’accaduto.

4) La straordinaria disparità di mezzi economici, di cultura, di classe, di genere, non può non essere parte fondamentale della lettura [3] di una notizia come questa.

Indipendentemente da cosa sia materialmente successo in quella camera d’albergo esistono dei rapporti di forza ben più profondi di quelli del poter mettere in campo avvocati milionari o del potersi permettere strategie mediatiche aventi come obbiettivo la demolizione della controparte. Neanche più le soap opera offrono letture così terra terra come quella che il mainstream sta dando al caso.