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Una buona notizia: Gianni Riotta cacciato dal Sole24Ore

Gianni Riotta, il disinformatore di professione più piacione che c’è, è stato cacciato dalla direzione del Sole24Ore.

Erano troppo perfino per il quotidiano di Confindustria quelle 50.000 copie al giorno perdute durante la sua direzione, quei 40 milioni di perdite e quell’incredibile 70% di redattori che gli avevano votato in faccia il loro disgusto per una direzione che aveva trasformato un quotidiano schierato, fazioso ma comunque di qualità e informato in un semplice megafono del padrone e degli interessi di turno, nella scia di come Riotta si è sempre comportato in tutte le sue precedenti esperienze a cominciare da quando reintrodusse il panino al TG1.

Lo screditatissimo ex-direttore del principale Tg del servizio pubblico, in quota dell’autolesionista centro-sinistra ma sempre dalla parte della destra, esce così di scena anche se sicuramente si sarà preparato qualche paracadute milionario dal quale continuare a pontificare quanto è bello, bravo e buono.

E’ di ieri però la denuncia da parte del Fatto Quotidiano [1]  dell’insabbiamento da parte di Riotta di uno scoop sui contatti tra Berlusconi, Dell’Utri e Ciancimino. Certo, se chiedete a lui vi dirà che è cresciuto nel culto della notizia, del giornalismo statunitense, che ben poco si coniuga con la censura. Chiedetegli allora a mo’ d’esempio e un po’ a volo d’uccello, perché il Sole con lui pubblicava gli editoriali dello screditassimo Moisés Naím [2], o chiedetegli conto delle battaglie personali di Riotta contro la libertà d’informazione in Internet [3], che per lui, scomodando addirittura San Giovanni, rappresenta le tenebre (sic) mentre lui stesso rappresenterebbe la luce.

Troppo lunga è la lista delle bassezze commesse da Riotta per arrivare dove è arrivato, riuscendo perfino a manipolare un articolo della Costituzione, il 41, anticipando quanto vuol fare oggi Berlusconi. E per chi si lamenta di Minzolini al TG1 bisogna ricordare che questo ebbe Riotta come apripista, con servizi imperdibili sulla ragazzina inglese infettata dal piercing o sull’orso Yoghi o con il costante raccontare l’Italia di Prodi come fosse l’Egitto di Mubarak sull’orlo di una sollevazione contro un regime impopolare. La Rete è piena delle denunce di bassezze di Riotta e questo sito molte volte è stato costretto ad occuparsene. Ma i nodi vengono al pettine. Come Riotta non riuscì a salvare la poltrona al TG1 pur essendo disposto a tutto per compiacere il padrone di Arcore, così perfino il Sole24Ore alla fine lo caccia aumentandone il discredito. Davvero, concludiamo, se pure i Gianni Riotta possono essere cacciati, c’è un giudice a Berlino.