Difendiamo Radio3 dalla cattiva stampa!

Deo gratias è terminata a “Prima pagina”, la popolare rassegna stampa di Radio3, la settimana del vicedirettore de Il Tempo di Roma, Giuseppe Sanzotta (nella foto in buona compagnia).
La rassegna di oggi, domenica, vale la pena di essere brevemente sunteggiata per capire come il sistema per quote di scelta dei giornalisti rischi di screditare una delle più importanti trasmissioni della radio “dai tempi di Marconi” proprio nel momento in cui la rassegna stampa internazionale di Radio3 è senz’altro la miglior fonte in italiano per capire cosa avviene in Medio Oriente.
Sanzotta (che della democrazia in Medio Oriente francamente se ne infischia) ha cominciato sbrigando subito la par condicio citando con tono scandalizzato i soli titoli dell’Unità, del Fatto quotidiano e del Secolo d’Italia (quest’ultimo per mostrar che questo o quello per me pari sono). Un minuto circa. Quindi ha dedicato i restanti 44 minuti alla lettura integrale di appena cinque articoli.
Solo cinque editoriali di fatto monotematici che umiliano perfino la pur traballante diversità informativa dei quotidiani italiani. Nessun articolo de La Stampa, nessuno di La Repubblica, nessuno dei molti grandi quotidiani regionali (QN, Secolo XIX, Mattino, Messaggero…), men che meno dei quotidiani d’opinione (Manifesto, Europa…).
Il nostro ha cominciato con l’editoriale di Enzo Panebianco che sul Corriere della sera stronca il Partito Democratico oramai succube di Nichi Vendola che anche se dovesse vincere non potrà governare.
E’ quindi passato alla prosa lirica di Giuliano Ferrara per Il Foglio su perché nel PD hanno vinto i giustizialisti ed è quindi un aborto.
Poi è passato nada menos che a Giampaolo Pansa che, nel suo fondo per Libero, l’aggettivo più tenero che usa per il PD (ma cosa è successo di così importante al PD?) è “ridicolo”.
Quindi ha letto per intero la difesa di Maurizio Belpietro per aver espunto i 150 nomi sconvenienti dalla lista dei beneficiari di affitti di favore al Pio Albergo Trivulzio di Milano.
Infine (non aspettatevi sorprese), con raro leccapiedismo, il nostro ha letto per intero l’articolo di fondo del proprio giornale, Il Tempo. Questo ci spiega che dietro le accuse a sfondo sessuale a Silvio Berlusconi non ci sarebbe altro che l’interesse energetico della City di Londra con la perfida albione che farebbe di tutto per levar di mezzo Silvio Berlusconi.
Roba da “potenze demo-plutocratiche” di mussoliniana memoria che devono piacere tanto dalle parti di Piazza Colonna ma che affondano la credibilità di Radio3. Chi le vuole bene, noi tra i primi, deve dirlo.