Dedicato a Sandmonkey, a Zouhair Yahyaoui, e agli altri blogger nordafricani e mediorientali

Se sei arrivato a questo articolo a partire dalla nota diffamatoria scritta da Massimo Cavallini contro chi scrive, spero t’interesserà leggere il mio punto di vista. Grazie (gc).

Sandmonkey, il blogger egiziano che da anni faceva informazione partecipativa sulla dittatura egiziana, è vivo dopo essere stato arrestato e picchiato selvaggiamente dalla polizia. Il suo sito, chiuso, è da poco di nuovo online, chissà fino a quando. Sandmonkey, come decine di altri blogger egiziani, tunisini, algerini, è stato per anni oggetto del più totale ostracismo da parte dei media occidentali che, in ossequio alla real politik del “dittatore amico” preferiva far finta che non esistessero. Nel 2005, in Tunisia, il blogger Zouhair Yahyaoui morì nelle carceri di Ben Alí per aver esercitato il proprio diritto di informare. Questo sito, Giornalismo partecipativo, per aver raccontato la storia di Zouhair (riferimenti qui, qui e qui) è stato per anni oscurato in Tunisia.

I media che hanno lasciato solo Sandmonkey e che non hanno dedicato una lacrima all’assassinio di Zouhair Yahyaoui sono gli stessi che hanno trasformato la cubana Yoani Sánchez in una madonna pellegrina dell’informazione da coprire di premi, prebende, onorificenze. Chissà perché…