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Sconfitto il golpe in Ecuador

pr08aa011010-photo01aaa_456_336 [1] Hanno sequestrato per 12 ore la democrazia ecuadoriana ma hanno perso. Ecco gli eventi principali della notte, italiana. In mattinata un commento sul terzo golpe, dopo Venezuela e Honduras, in America latina contro l’ALBA. L’antefatto qui [2] e qui [3]. Qui [4] l’intervista esclusiva a María Alexandra Benalcazar da Quito e qui [5] la testimonianza di Davide Matrone. Infine qui il canale Twitter [6].

Come Giornalismo partecipativo [7] aveva annunciato fin dall’1.30 ora italiana la strada del blitz per liberare il presidente prendeva campo come l’unica possibile. Intanto era sempre più importanti le testimonianze sulle infiltrazioni nella polizia, su civili in genere riconoscibili come vicini a Lucio Gutiérrez (l’ex presidente fondomonetarista su posizioni apertamente eversive) per esempio nell’assalto a Ecuador TV subito dopo che il canale pubblico era riuscito a far parlare in diretta al paese il presidente ancora sequestrato. Gli squadristi che hanno assaltato Ecuador TV e spento il segnale per oltre un’ora non erano infatti poliziotti ma civili comandati da Pablo Guerrero, avvocato di Lucio Gutiérrez.

Poco prima delle 4 di mattina, ora italiana, l’esercito che fino a quel momento si era tenuto a distanza arriva nelle immediate vicinanze dell’ospedale della polizia dove è sequestrato il presidente. Da varie informazioni nell’ospedale sono “trattenute” almeno una trentina di altre persone, in maggioranza giornalisti. Tra loro Gabriela Fajardo che si comunica col nostro contatto a Quito María Alejandra Benalcazar e le descrive il breve conflitto a fuoco al termine del quale il presidente è libero. All’operazione di riscatto hanno preso parte 500 soldati.

Alle 4.39 ora italiana il presidente è nel palazzo di Carondolet e parla all’immensa folla dei democratici ecuadoriani che con la loro azione decisa hanno impedito che il golpe prosperasse. Se infatti a Quito e Guayaquil per ora la città è stata in balia dei golpisti che hanno anche controllato a lungo e chiuso gli aeroporti, nella maggior parte dei centri minori la strada è stata da subito presa dalla popolazione.

Alle 7.00 ora italiana intanto sta cominciando a Buenos Aires la riunione straordinaria di UNASUR,