- Gennaro Carotenuto - https://www.gennarocarotenuto.it -

La bufala dell’attentato al papa rimette a nudo la pochezza del giornalismo italiano

Corriere [1]

La vicenda dei sei spazzini nordafricani che si sono presi un grosso spavento a Londra, brevemente arrestati e poi rilasciati con tante scuse, non ha fatto il giro del mondo per manifesta inconsistenza (la BBC ha parlato al massimo di “possibile minaccia”, altro che piani omicidi), ma ha messo sull’attenti con poche eccezioni, Avvenire, Osservatore Romano, Manifesto, l’intera stampa italiana. E’ l’ennesimo caso da studiare di pressapochismo, manipolazione e uso strumentale delle (false) notizie per fomentare paura, odio e razzismo.

“Erano pronti a colpire il papa” titola a tutta pagina il più autorevole (sic) quotidiano italiano, il Corriere della Sera, che millanta addirittura l’esistenza di una “cellula” della quale nessuna fonte ufficiale britannica ha mai parlato. “Volevano uccidere il Papa” fa eco il Messaggero, il più venduto quotidiano regionale della capitale, inventando totalmente la scoperta di un piano omicida. E’ lo stesso virgolettato che troviamo anche sulla prima del Giornale. Dov’è questo piano? In quale dichiarazione di Scotland Yard si parla di un piano omicida?

Sui nostri giornali il titolo sul falso attentato al Papa compete solo con la morte del soldato delle truppe speciali in Afghanistan Alessandro Romani. A dire il vero la storia sulla “Task Force 45” (i corpi d’elite del nostro esercito alle dirette dipendenze della NATO usati in azioni di eliminazioni di nemici) alla quale apparteneva il Rambo caduto, sarebbe una vera notizia che aprirebbe l’ennesimo dibattito sull’ipocrisia retorica della “missione di pace”. I giornali lo sanno e scelgono di bucare la notizia.

Anche chi sceglie di aprire su Romani pubblica la notizia sui falsi attentati in grande evidenza: “Volevano assassinare il Papa. I fermati sono islamici” sparacchia Repubblica. Praticamente uguale il titolo della Stampa con quella parola ISLAMICI strillata con un corpo enorme e che campeggia anche sul Resto del Carlino. Libero mette la cosa in taglio basso (si sa che Elisabetta Tulliani è il sogno erotico di Maurizio Belpietro) ma specula: “Volevano ammazzare il Papa. Ci riproveranno”. WWWWW? Chi? Cosa? Quando? Dove? Perché? Sai qualcosa? E’ un tuo pregiudizio? O stai semplicemente diffamando? Islamici, islamici, islamici, il pericolo islamico rappresentato perfino da una mamma velata che va a prendere i figli a scuola.

Quindi i più grandi giornali italiani, ovvero i più grandi veicoli di razzismo, allarme sicurezza e islamofobia, hanno coscientemente deciso di non fare opportune verifiche e, trattandosi di papa da santificare e musulmani da demonizzare, pur nell’assoluta mancanza di qualunque fatto concreto e, nonostante abbiano avuto tutto il giorno per pensarci, hanno infine deciso di sparare la notizia infondata in prima pagina, quasi sempre in apertura. Non solo: hanno inventato di sana pianta dettagli per rendere il falso più clamoroso.

Eppure fin dall’inizio la notizia era sembrata scarsamente fondata, figlia di quegli elevatissimi standard di sicurezza nella Londra colpita davvero dal terrorismo di matrice islamista nel 2005 e che portarono all’assassinio del cittadino brasiliano Jean Charles de Menezes [2] crivellato di colpi perché aveva carnagione scusa e fretta di prendere la metropolitana. I sei avevano fatto qualche battuta ad alta voce al pub (troppa birra, la bevanda preferita dei talebani?), erano stati ascoltati e la polizia londinese aveva preferito levarli di torno per qualche ora. Già al TG7 di venerdì sera Enrico Mentana sottolineava come la cosa fosse destinata a rivelarsi infondata, senza armi, senza piani, senza niente. Volete che quello che sapeva Enrico Mentana alle otto di sera non fosse noto alla chiusura, varie ore più tardi, ai direttori dei grandi giornali, ai Ferruccio de Bortoli o agli Ezio Mauro?

La cosa notevole, e che rende ancora più basso il comportamento dei grandi giornali è che proprio i quotidiani cattolici, l’Avvenire, l’Osservatore romano pur aprendo sul viaggio del pontefice, hanno dato un rilievo minimo alla cosa. Evidentemente sapevano (come gli altri) che la notizia era una bufala, sapevano che non c’è bisogno di riverire in questa squallida forma il papa e sapevano e sanno che è infame pescare nel fango di una notizia falsa per rilanciare ancora più odio antislamico. Adesso i sei cittadini nordafricani dovrebbero chiedere di rettificare e il Corriere, se fosse un giornale serio, dovrebbe titolare a tutta pagina: “la cellula islamica era nella nostra testa malata di odio”.

Scotland Yard, nello scusarsi con i sei spazzini, ha parlato di “minaccia non credibile”. Anche i nostri giornali sono “non credibili”. Ma sono “una minaccia”.