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Il livore di Mariastella Gelmini

gelmini [1] Sempre più precari della scuola messi sul lastrico per colpa sua e di Giulio Tremonti sono in sciopero della fame, ma lei va a sciorinare il suo compitino che qualcuno le ha scritto.

Sembra una bambola a molla. Le dai la corda è comincia a blaterale i suoi slogan, il merito, la riforma epocale, dobbiamo razionalizzare. [2]

Ad incontrarli, come sarebbe istituzionalmente suo dovere, non ci pensa per niente. Si sottrae. Si sottrae a problemi che ritiene non siano i suoi, ai loro mutui, al loro affitti, alle loro vite truffate.

Del resto cosa gliene viene ad occuparsi di questa lunga fila di terroni del tutto estranei a lei, al suo mondo, a chi l’ha mandata in parlamento e a chi l’ha fatta, chissà perché, ministro.

Del resto è facile per lei trarre tornaconto da questa storia. Basta qualche editorialista a gettone per colpirli, Corriere, Sole… per bastonarle, ridicolizzarle, demonizzarle quelle vite sospese in attesa di una cattedra.

E basta qualche gioco di parole e qualche numero sballato che qualcun altro le ha scritto da ripetere senza contradditorio per far finta di avere ragione.

Una persona, mille persone, 89.000 persone perdono il lavoro per una scelta politica che qualcuno le ha imboccato e lei è solo capace di dire che “se protestano è perché sono strumentalizzati” e quindi non li riceverà. [2] 

Del resto per interloquire con quei precari avrebbe bisogno di un Boncompagni che la imbecchi con l’auricolare come l’Ambra Angiolini minorenne di non è la RAI, anni ‘80. Ambra Angiolini, il suo modello.

Rifiuta di riceverli i precari della scuola in sciopero della fame Mariastella Gelmini. La verità è che non è alla loro altezza. Per cultura, curriculum, impegno, umanità. [2]

Leggi anche: Ma i precari storici non hanno necessariamente ragione [3]