Haiti, le “buone intenzioni” dei ladri di bambini protestanti

Lascia una volta di più gelati la frivolezza criminale con la quale molte chiese protestanti credono o fingono di credere di aiutare il sud del mondo e l’America latina in particolare pretendendo di poter cancellare l’identità e il libero arbitrio delle persone e dei popoli. Convinti come sono del “destino manifesto” della superiorità degli Stati Uniti, quando non cercano di esportare a suon di bombe la democrazia, si sentono in diritto di sequestrare il diritto e la vita di singole persone e di interi popoli.
Così non sorprende che i dieci pseudo-missionari battisti arrestati ad Haiti per associazione a delinquere finalizzata al sequestro di 33 minori haitiani si difendano fingendosi ingenui: “abbiamo agito a fin di bene”, “negli Stati Uniti quei bambini avrebbero avuto un avvenire migliore”. Addirittura Laura Silsby, riconosciuta come capo dell’organizzazione, arriva ad affermare: “non credevo che fosse necessario verificare che i bambini avessero documenti”.

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