Angelo Bagnasco, dottore, ingegnere, cardinale… in Italia un titolo…

Angelo Bagnasco, presidente della CEI è un vescovo. Non è cardinale, ma lo faranno, direbbe Totò. Eppure in almeno 1500 pagine Internet è già indicato come tale.

Ci cascano proprio in molti e alcuni sono delle piccole perle. Non destano scandalo i mangiapreti radicali, e sono meno interessanti la prestigiosa IULM o un’agenzia di stampa importante come l’AGI. Il Consiglio Comunale di Bologna, una volta una città rossa non si sarebbe formalizzata, pure lo promuove per esprimergli solidarietà. Non desta particolare scandalo, oltre ad altre mille sviste minori, quella dello Yacht Club Italiano, che non poteva abbassarsi ad invitare un semplice monsignore, pur se presidente della CEI ad inaugurare non so cosa.

E’ ben più grave e divertente il settimanale l’Espresso che, lo scorso 25 maggio, ci fa addirittura un titolo a tutta pagina per la rubrica di Giorgio Bocca: “Chi ha paura del cardinal Bagnasco”. Lo scrive Bocca nel pezzo, lo riscrivono nel titolo, lo ri-riscrivono nella didascalia della foto, insomma perseverare è diabolico.

Ma c’è di peggio, in fondo anche l’Espresso era un settimanale laico. Tra chi ci casca (poi a guardar bene chissà quanti altri…) c’è almeno una Diocesi, quella di Fano, forse in vena di adulazione ed un ministro della Repubblica, la cattolicissima Rosy Bindi. Pure lei esprime solidarietà al “Cardinal Bagnasco”.

Bisogna proprio parlare con Joseph Ratzinger… l’altro giorno George Bush, che non riconosce altro dio all’infuori del dollaro, lo ha degradato da “Santità” a “Signor Ratzinger”. Adesso dovrebbe esser lui ad elevare alla porpora uno dei suoi più stretti collaboratori. Se non altro per sollevare il presidente della CEI dall’imbarazzo quando lo chiamano Eminenza invece che, più modestamente, Eccellenza.


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