Toscana, un’isola immune dall’antipolitica?

Andrea Gnaldi: Sono un giovane neo-consigliere comunale di Anghiari (Ar) e vorrei proporti il caso del mio paese come "antidoto" alla antipolitica di cui parli! Umorismo a parte, quello che vorrei dirti è che in questo momento in cui si dibatte molto sullo stato della politica italiana credo che bisognerebbe rifondare il modo di far politica partendo dal basso e soprattutto dal piccolo. Mi spiego, considerando il caso di Anghiari: l’amministrazione di cui faccio parte prevede un centro-sinistra compatto e che ormai da anni lavora per il paese. Questa compattezza però non viene da meriti particolari di un partito o di un altro, bensì dalla scelta dell’amministrazione di favorire la partecipazione della gente alla vita politica e alle scelte da prendere con tanti incontri in paese e nelle frazioni. La gente, di fatto, è al centro della vita come è giusto che sia. Questo modello, che tra l’altro la gente  latinoamericana conosce bene, credo che sia vincente e sia il  futuro della politica. Ma sono certo che Anghiari non sia un caso isolato e se questa maniera di far politica si diffonde forse  la gente non rischia di prendersi l’antipolitica e qualche possibiltà di cambiamento forse rimane! Mi farebbe molto piacere sapere cosa ne pensi a riguardo. Chiaramente sei invitato a visitare Anghiari quando vuoi e forse potremmo organizzare una serata con la tua partecipazione visto che Anghiari è gemellata con La Plata, città in cui molti nostri compaesani sono emigrati in cerca di fortuna! Vediamo che si può fare! 

Gennaro Carotenuto: Caro Andrea, ma non fate testo. Si sa che la Toscana è il buco nero della democrazia.


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