Patologie pregresse

Trovo sempre interessante come locuzioni ragionevoli divengano nelle mani dei giornalisti quasi degli slogan che finiscono per perdere parte o tutto il significato originale. In questi giorni influenzati la conta delle vittime, medico 37enne, bambina 11enne… viene sempre fatta seguire da espressioni come “soffriva di patologie pregresse”.

Il bello è che ste “patologie pregresse” vengono spiattellate lì un po’ come se si parlasse di persone comunque condannate, quasi in coma irreversibile, delle Eluane in attesa della spinta verso l’aldilà, e invece magari tre giorni prima lavoravano, giocavano, andavano a scuola, facevano l’amore. E’ un po’ come quando in un regolamento di conti tra pregiudicati la notizia viene cucinata in modo che tu dica “se l’è cercata”.

Avere patologie pregresse, una malattia più o meno debilitante, è trattato dai media un po’ come essere pregiudicati. E la morte annunciata è un po’ come se finalmente in Italia ci fosse certezza della pena. E alla fine non si capisce se vogliono allarmarti (per non parlare di cassintegrati) o rassicurarti (per far vedere quanto meno male che Silvio c’è).