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Precarietà e Beppe Grillo

Con Cristiano Maugeri, Sandro John, Alvaro Coli, Isabella Difronzo, Angela Padrone, Giuseppe Galluccio

Cristiano Maugeri: Faccio parte anch’io di quella ormai immensa categoria di precari sottopagati a cui fa riferimento l’articolo su Piero Ricca. Chiedere che una collaborazione ti venga pagata equivale a dire un eresia. Equivale a passare per presuntuoso. “Ci sono tante persone piu brave di te che collaborano gratis, perchè dovremmo babbonataleggiare (incredibile termine coniato ad hoc) una collaborazione? “, questa è la risposta che mi sento dare continuamente (facendo eccezione per l’incredibile termine!).

Puó darsi, ma è giusto mi chiedo? E se fosse proprio quello il problema? Forse dovremmo smetterla di farlo, ma quando esprimo un pensiero cosi lineare, per me, passo quasi per sovversivo. L’universitá e la ricerca sono inaccessibili a 800 euri al mese (se sei fortunato), il giornalismo lo stesso se non sei ricco di famiglia e ti puoi permettere di “collaborare” fino a 40. Questo per non parlare del lavoro non qualificato dove le condizioni rasentano davvero la follia e richiedono la sottomissione continua alle regole della flessibilitá. Non voglio piagnucolare inutilmente, solo dire che sono di ritorno da una esperienza di studio-lavoro in america latina e non credo che il nostro primo mondo sia molto meglio.Questa è purtroppo l’idea di molti colleghi latino americani. Ma a Buenos Aires sono stato ricevuto per colloqui da gente decisamente importante, parlo di riviste e organizzazioni internazionali con sede li, e personalmentesenza, senza intermediari. In Italia è pressocchè inutile anche contattare qualcuno. Se sei fortunato ti riceve la segretaria, altrimenti normalmente vieni ignorato appena parli di soldi. Anche i c.d. giornali o organizzazioni di sinistra fanno lo stesso.
Allora ai miei colleghi ho detto:” benvenuti nel primo mondo, dove lo sfruttamento è legalizzato!!”.

Sandro John: E che ne pensi del praticantato presso i vari notai, avvocati, ingenieri ect. ect… dove sei costretto a lavorare per due anni a compenso ZERO, se vuoi sostenere l’esame per iscriverti agli albi professionali?

Alvaro Coli: Per confermare il tuo articolo ti faccio un esempio: ci sono centinaia di ditte che producono software dedicato, assumono ingegneri informatici e li pagano 1000 euro al mese. Si hanno due casi: o il dipendente vale 1000 euro ed allora il software è una mondezza; oppure lavorano per quello che sono pagati ed il software è ugualmente una mondezza. La risposta delle ditte è “ma tutti fanno così”. E’ vero, speculano tutti sull’ignoranza dell’utente, disposto a dare la colpa del malfunzionamento alle sue limitate capacità e non a quelle del produttore di sofware. Ma la cosa continua perchè “tutti fanno così”.

Isabella Difronzo: Sono fiera di comunicare che tra i miei links non ci sarà mai quello di grillo. E’ una scelta che ho fatto tempo fà perchè non mi fido di chi ha un blog “pubblico” e non si degna di rispondere alle “pubbliche” domande lasciate nel suo blog. E nemmeno alle mail. Mi fanno un pò strano quelli che sono al “servizio” del cittadino ma che non dialogano col cittadino e non rispondono alle domande del cittadino. e alcune le censurano pure…

Angela Padrone: E dire che Beppe Grillo fa tanto il censore sul mondo della precarietà e sui poveri giovani (e non solo giovani) lavoratori, che hanno solo contratti a termine…. loro almeno qualcosa hanno! Le iene inciampano sulla legge Biagi. Non parliamo sempre per luoghi comuni!

Giuseppe Galluccio: Francamente stavolta non concordo con te sull’affare Grillo/Ricca ed ho mandato anche un post nel blog di Ricca. A Grillo no perchè perchè il suo blog è solo un canaio, una trovata per far soldi, non serve a ninete. Lo leggono tantissimi, ma non sposta niente di una virgola. Che i comici facciano informazione è un gran guaio perchè si finisce per banalizzare tutto. La gente legge, si fa una risatina, magari amara, e poi passa ad altro senza riflettere, senza capaictà di indignarsi… senza sentire in dovere di impegnarsi. Inoltre trovo Grillo tremendamente qualunquista e diffido che ha troppo denaro, sempre per principio, perchè il denaro corrompe.

Riporto anche quanto Giuseppe Galluccio ha scritto sul blog di Ricca e mi ha inviato:

Francamente stupisco che qualcuno si stupisca che Grillo altro non è che un’industria, soggetta alle regole del mercato, con una serie di personaggi che troviamo in qualunque altra industria dedicata al profitto. Sempre sbagliato crearsi dei miti. Grillo fa una barca di quattrini facendo l’oppositore del potere, cosa che è diventata un mestiere, ma in quel potere è ben inserito. Avesse mai fatto uno spettacolo gratis… per l’amore di dire le cose che dice ad una platea più vasta.

Seduto sulla mole di milioni che fa con il personaggio che ha creato, è sicuramente comodo potersi permettere di pigliare per il culo chiunque. Inoltre racconta pure delle belle balle. Nel senso che se controllate certe sua affermazioni spesso sono forzature, trattano solo una parte del problema, sono qualunquiste in maniera assurda. Come sull’affare della colza, come sugli spazzolini, come skype…

Detto ciò, mi pare che Pietro Ricca voglia perseguire le stesse orme, cioè quello del contestatore in servizio permanente effettivo. La notorietà l’ha subito monetizzata. Non capisco perchè Grillo in tal caso sia il cattivo e Pietro Ricca il buono. La questione tra i due è solo di vil denaro. Nella discussione riportata non leggo discussioni su valori e principi, ma su 30 € in più o in meno. La dignità del lavoro?
Ma perchè scrivere cazzate, come faccio anch’io, su un blog è un lavoro da retribuire? Spesso serve solo per soddisfare i nostri Io ipertrofici. Ma Pietro Ricca considera quello dell’oppositore un mestiere oppure ritiene di essere mosso dalla coscienza civile? Quando ha attaccato berluskoni l’ha fatto pensando di lucrare o perché lo riteneva un suo dovere civico?

Ed allora dovrebbe essere contento di potere avere una platea più vasta per informare, cercando di non diventare quello che è diventato Grillo e tanti altri come lui ce ne sono già troppi in giro. Detto senza malevolenza e riconoscendo a Ricca l’onestà intellettuale di pubblicare anche le critiche.

Gennaro Carotenuto: E chi l’ha detto che non è una questione di 30€? E ti pare poco? Secondo quanto racconta Ricca il prezzo concordato per il suo lavoro (perché noto o perché bravo, non è importante) era di 200 €. Al momento del pagamento volevano pagarlo solo 170€. Purtroppo è quello che accade tutti i giorni a milioni di italiani, soprattutto giovani.


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