L’Espresso fa disinformazione

Con Massimo di Sarno con una risposta mia sul perché i media, soprattutto quelli di sinistra si prestano alle campagne contro l’America Latina e Hugo Chávez in particolare.

Massimo Di Sarno: Ho appena finito di leggere un articolo di Moises Naim [Ministro dell’Economia del più corrotto e sanguinario governo della storia del Venezuela] pubblicato sull’ultimo numero de L’espresso. Il titolo, “Aiuti Canaglia”, viene accompagnato da una immagine di Castro e Chàvez. in realtà non sono riuscito a terminare la lettura, come direbbe Vasco Rossi, ci vuole pelo sullo stomaco. Ora, il rispetto per chi non la pensa come me è ovvio e doveroso, ma è altrettanto giusto, a parer mio, incazzarsi quando si leggono certe cose. Perchè qui non si discute di una opinione diversa, ci mancherebbe, ma della assoluta malafede di certi personaggi. Perchè sono pronto a scommettere quel poco che ho che Moises sa perfettamente di non dire il vero, ma di fare solo una cieca e stupida propaganda, non informazione. Insomma, perchè chi ha ( lecitamente, ognuno la pensa come vuole) opinioni anti Chàvez non le esprime argomentandole ? perchè questa malafede? O forse non hanno davvero più argomenti e ci toccherà sorbirci ancora i sermoni degli anni ’50, quando ci dicevano di non votare comunista perchè i bambini sarebbero finiti dentro un pentolone.
Del resto, se Esclusa è diventato il leader dell’opposizione democratica venezuelana….

Gennaro Carotenuto: Caro Massimo, avevo già commentato, la prima uscita del pezzo di Naim, una vera perla, sulle pagine del New York Times. Tutti gli Occidentali fanno affari con la Cina, ma se sono i latinoamericani a farlo allora si usa un atavico pregiudizio razzista per condannare gli stessi affari che per noi approviamo. Tutti gli occidentali fanno politica estera con la cooperazione, ma se lo fa Chávez (che nel frattempo ha dimezzato a tappe forzate la povertà nel suo paese), allora questo va denunciato e fermato con tutti i mezzi.

Il problema è semplice. Se Chávez fosse trattato come un avversario politico bisognerebbe offrire motivazioni politiche ben argomentate per contrastarlo. Invece si preferisce demonizzarlo per alcuni motivi:

1) Perché siccome in Italia nessuno ne sa niente è più semplice descriverlo come Hitler che non entrare nello specifico del perché ci si oppone alla sua politica.

2) Perché così i neocons tengono sempre la porta aperta all’uso della forza. E la forza va usata contro un Bokassa, non contro un dirigente politico riformista quale Chávez è senza alcun dubbio.

3) Perché la sinistra moderata nostrana teme che nel mondo si possa riaprire una prospettiva capitalista non neoliberale, neokeynesiana se vuoi. E lo temono perché il re sarebbe nudo. Il re è la loro adesione dogmatica al neoliberismo, che proprio in America llatina ha dimostrato di non funzionare, e nel mondo ha creato più fame, più ingiustizie e più guerre.

Mi diverte, e chiudo, notare che l’Espresso ricicli un mese dopo il pezzo di Naim sul New York Times. ¡Que poca?! direbbero i messicani.


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