Gratuito patrocinio: lo Stato non lo paga da anni. E la Costituzione?

28/07/2009 – La difesa è diritto inviolabile in ogni stato e grado del procedimento. Sono assicurati ai non abbienti, con appositi istituti, i mezzi per agire e difendersi davanti ad ogni giurisdizione”. Recita così l’articolo 24 della nostra Costituzione.

Eppure, l’irrinunciabile principio costituzionale rischia di rimanere lettera morta. Il motivo? La difficoltà, per gli avvocati iscritti nell’elenco dei difensori per il patrocinio a spese dello Stato, di ricevere i compensi dovuti per questo genere di attività. Alcuni aspettano un pagamento da parte dello Stato da circa un anno, altri da due, altri ancora addirittura dal lontano 2006. Avvocati che tutti i giorni, nelle aule di tribunale, svolgono scrupolosamente il compito cui sono chiamati, garantendo il diritto alla difesa ai meno abbienti, ai poveracci, agli extracomunitari che un lavoro ce l’hanno ma non possono permettersi un avvocato, ai clandestini che invece vivono nell’ombra e di un avvocato ne farebbero volentieri a meno. Loro, gli avvocati, rispondono “presente” ad ogni chiamata, indossano la toga e si fermano regolarmente in aula per l’intera durata dei processi.

Chi non risponde “presente” da ormai troppo tempo, invece, è lo Stato italiano, che a un centinaio di avvocati torinesi iscritti nell’elenco del gratuito patrocinio deve qualcosa come 780mila euro. Un fiume di denaro relativo a parcelle mai pagate per processi celebrati davanti ai giudici del tribunale e della Corte d’appello del capoluogo piemontese. Avvocati che si sentono abbandonati, traditi dallo Stato. Ma non sono gli unici. Accanto a loro, infatti, si schierano gli interpreti e i traduttori giuridici del Piemonte: non prendono lo stipendio dallo scorso febbraio, per il prossimo, se tutto va bene, dovranno attendere come minimo settembre. «La nostra paga oraria media lorda – racconta uno di loro – è di 4 euro e 75 centesimi: una tariffa ferma da oltre nove anni, nonostante la legge preveda aggiornamenti ogni 3 anni. Intanto, non riusciamo più a fare la spesa, non sappiamo come pagare affitto e bollette, ci vergogniamo di chiedere denaro ad amici e parenti». Si vergognano come se fossero dei ladri, ma non lo sono. Sono professionisti onesti, attenti e scrupolosi. E anche loro, come gli avvocati, rispondono ogni giorno “presente”. Tutti presenti. Unico assente, lo Stato italiano.

http://www.cronacaqui.it/news-toghe-con-le-toppe_25260.html