Moriremo di H1N1 o affogati nella melassa?

umbertoI A guardare i TG (in questi giorni ogni tanto mi tocca perfino Minzolini) sembra di vivere nell’Italia umbertina con Pinocchio portato via in catene dai gendarmi con i mustacchi e il pennacchio.

Sublime l’intercettazione (ma non dovevano essere proibite?) della telefonata tra i due camorristi che testualmente si dicono: “prima ne entrava uno e ne uscivano dieci. Adesso ne entrano dieci e non ne esce nessuno”.

Neanche nei Sopranos… Manca solo che si alzino gli effetti di “meno male che Silvio c’è”.

Va tutto bene in questo paese e i felici sudditi di sua maestà villacertosiana non hanno proprio nulla di che lamentarsi. Peggio ancora fa “il Corriere della Sera”, che solo gli stolti possono continuare a considerare autorevole. Leggete quanto scendiletto è l’intervista di Paola di Caro a Silvio Berlusconi di ritorno a Villa Certosa.

Di Caro fa rimpiangere perfino Alda D’Eusanio rapita da Bettino Craxi, ma è anche interessante perché ci svela la strategia di Berlusconi per rifarsi il cerone. Niente di nuovo a ben guardare: governo del fare (chiedete al sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente) e puntare sull’immagine del padre di famiglia e perfino del nonno amorevole.

Punta sul sicuro Silvio. Dopo i baccanali rispolvera il vestito da leader conservatore per far dimenticare Noemi e Patrizia. Perfino lamentarsi del torcicollo fa simpatia. Da Gianni Riotta ad Augusto Minzolini, da Emilio Fede a Ferruccio de Bortoli saremo seppelliti da tanta melassa da farci venire il diabete fulminante.

Un po’ penosa è pure la solerzia con la quale ci informano che i palermitani se ne sarebbero fregati delle celebrazioni per Paolo Borsellino. Son venuti solo quattro gatti da fuori ci spiegano ed è vomitevole Roberto Maroni (un nuovo perfido Bava che porta a Monza?) che dice che il miglior modo per onorare il giudice ammazzato con i suoi in Via D’Amelio è applicare il decreto sicurezza. Maroni-Bava ricorda Mariastella Gelmini quando dice che i tagli a scuola, università e ricerca sono un’opportunità per fare emergere il merito. Darwiniano.

E però spezziamo una lancia per la Gelmini. Almeno ha stoppato quell’irresponsabile del ministro (o viceministro?) della Salute, tale Ferruccio Fazio, che con 50 giorni di anticipo paventa la non riapertura delle scuole a settembre causa ex-suina ribattezzata H1N1 (colpito e affondato!). Mentre quest’estate moriranno il centuplo di persone rispetto a quelli che può uccidere la febbre solo per gli effetti diretti e indiretti dell’aria condizionata, Gelmini ha stoppato Fazio. Ma solo perché troppo presto. L’emergenza, la logica dell’emergenza per parlar d’altro, fa troppo comodo a chi non vuol parlare dei problemi del paese.

Ci riproveranno dopo ferragosto, Felipe Calderón docet. Del resto, dai tempi del Cardinal Borromeo e da che mondo e mondo, peste, colera, untori, cosa c’è di meglio del nemico invisibile?