Stefano Chiarini

Stefano Chiarini, l’inviato del Manifesto morto ieri a Roma per un infarto, era una delle poche penne indispensabili.

Senza essere ingeneroso, era uno dei motivi per i quali vale ancora la pena di comprare Il Manifesto.

Chiarini era in ogni senso un giornalista chiave. Chiave per la lettura dei conflitti mediorentali. Quella lettura eterodossa rispetto al blabla dei media mainstream che è la sola utile a capire. Laddove gli altri, in maniera indistinguibile e falsa, parlavano di terroristi, e altri esaltavano altrettanto indistintamente i resistenti,

Chiarini era tra i pochi a riuscire a decifrare sigla da sigla, ruoli, consistenza, importanza, prospettive, rapporti di forza, egemonie.

Non l’ho mai conosciuto personalmente, non so se era simpatico o scostante, ma so che come giornalista mi mancherà moltissimo.


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