Honduras, testimonianza:“Sembrava di essere a Genova. Prima festa poi ho visto uccidere il ragazzo”

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A notte fonda (l’alba in Italia) finalmente risentiamo P.T. la cooperante di un paese europeo con la quale da tre giorni non riuscivamo a comunicare. E’ ancora in clandestinità e ha cambiato ricovero ogni due notti ma sta bene e torna dall’aeroporto. “Ero dove hanno sparato, ho visto portar via il ragazzo. Prima era stata una marcia incredibile, una festa. mi ricordava un po’ Genova [il G8 del 2001] e mi pento di averlo pensato. Non c’era nessun tipo di tensione perché la polizia (e non l’esercito!) aveva dichiarato che non avrebbe mosso un dito”.

La sensazione era di sicurezza? “Molta sicurezza e inoltre c’era un buon servizio d’ordine formato da giovani studenti universitari e da attivisti dei movimenti. Poi alla fine, eravamo già arrivati circondando l’aeroporto pacificamente sono saltati i telefoni cellulari e ho visto in azione molti provocatori che invitavano soprattutto ragazzi ad invadere l’aeroporto, cosa che era stata esclusa dal primo momento. Avevano aperto vari passaggi nella rete di recinzione. Io ho iniziato a cercare la gente per portarla via. Ed è lì che c’è stata la carica più dura”.

Come avevate vissuto i giorni precedenti? “tutti con sacrifici incredibili, ma sempre con un animo e allegria coinvolgenti nonostante lo stato di assedio, la clandestinità, la campagna di terrore. Stamane ci siamo ritrovati tutti spontaneamente ad andare verso l’aeroporto, gente del partito [liberale ndr, la base è con Zelaya, i quadri appoggiano il golpe], gente dei movimenti sociali, gente dei quartieri marginali della capitale”.

Come sono i rapporti di forza nel “Frente contra el golpe de estado”? “Alle riunioni del direttivo si capisce che i melisti [seguaci di Zelaya, ndr] sono soprattutto quelli del partito liberale che continua ad avere una base sociale ma che la maggioranza è dei movimenti popolari, sociali, sindacali, indigeni. E’ quella stessa forza che in questi anni ha convinto Zelaya a dialogare con i movimenti e che ha fatto maturare la candidatura indipendente del sindacalista Carlos H. Reyes per le elezioni di novembre. Ma di tutto si parlerà quando avremo sconfitto il golpe. Domattina [lunedì, pomeriggio in Italia ndr] è convocata un’altra manifestazione. Speriamo che l’indignazione prevalga sulla paura e la stanchezza”.