Un bambino di nome Youssuf

Ad Erba, nella Verde Lombardia, due tranquilli coniugi italiani, Olindo Romano e Angela Rosa Bazzi, hanno ammazzato a bastonate e coltellate un bambino tunisino di nome Youssuf. Aveva due anni ma l’hanno massacrato, sgozzato, fatto a pezzi senza nessuna pietà.

Con lui hanno ammazzato sua madre, sua nonna e un’amica di famiglia.

Eppure i media titolano contro il padre, Azouz, disperato che dice che non può perdonare. Lo vanno a stuzzicare, lo provocano fino a che lui, al quale hanno distrutto la vita e contro il quale all’inizio s’era perfino alzata la canea della colpevolezza (è tunisino e pregiudicato, è chiaro che ha ammazzato lui il figlio, che vuoi di più?) non sbotta e dice che vorrebbe vendicarsi e che ammazzerebbe con le sue mani chi ha fatto a pezzi il suo bambino.

La rassegna stampa è vomitevole: "Li ammazzo con le mie mani", scrive la Voce d’Italia, "Li voglio ammazzare", scrive il Messaggero, "Ora li uccido io", La Repubblica, "Vivo solo per la vendetta", La Stampa. Il peggio è il titolo del Corriere della Sera: "Ho diritto alla vendetta", che ventila e non ventila, tira il sasso e nasconde la mano, che la razza barbara di Azouz… spazzatura. "Vivrà per la vendetta", chiosano.

Eccolo, non perdona, è cattivo, è un alieno, minaccia vendetta, è lui il vero pericolo. Chissà se i giudici lo considereranno un’attenuante per i tranquilli coniugi Romano di Erba.