Dialogando su classe media e redistribuzione

Con Daniele Massi, Fabio Bovi e Massimo Corda.

Massimo Corda: sono precario della Scuola da 20 anni,stipendio sempre uguale come primo impiego a 1200 euro mensili. Il più delle volte mandato a lavorare a 40,50 Km senza un centesimo di rimborso spese benzina o vitto per quando le riunioni serali non ci permettono di rientrare a casa a pranzo. Al contrario di altre categorie di
lavoratori(vedi sanità), che pur lavorando a dieci metri dall’ospedale,hanno il buono pasto ad ogni rientro pomeridiano. E poi mi vanno a parlare di ceto medio guadagnando 70000 euro all’anno? […]

Daniele Massi: [Nell’articolo su classi sociali e redistribuzione] si finisce con l’assumere implicitamente un atteggiamento (speculare) di pregiudizio verso la “ricchezza” della classe media […]. Spiace osservare come ci si possa fermare sul limite numerico dei 70.000 euro annui e pubblicare un post nel quale si divide il tutto per 13 sventolando cifre oltre i 3000 euro mensili; dimenticando che su quei 70.000? si paga l’aliquota più alta, che corrisponde al 45% del totale degli introiti che finiscono nelle casse dello stato.
La mia università è pagata dal reddito di mio padre, che da pubblico dipendente credo guadagni una simile somma. Mi dispiace deludervi, ma siamo tutt’altro che ricchi. Una famiglia di 6 elementi a carico, le tasse, bollette, l’università e quant’altro da pagare, ed ecco che 70.000 euro (che al netto delle imposte sono poco più della metà) vanno in fumo. […] Come si può essere tanto superficiali da creare nel ceto medio il bersaglio privilegiato di una politica fiscale senza dati alla mano?
I suoi articoli incuriosiscono e stimolano per la profondità storica, per la contestualizzazione (che ben pochi fanno) degli argomenti di cronaca e politica che Lei esamina. Perchè tanta superficialità contro il già bistrattato ceto medio?
Fabio Bovi: Dai dati fiscali (gli unici validi per applicare la riforma) i redditi maggiori di 70.000 Euro rappresentano il 1.59% del Totale. Va bene che la classe media in Italia sta diminuendo (come in argentina??) ma non credo che sia già così ridotta!

Gennaro Carotenuto: La percezione della propria ricchezza da parte di chi guadagna 3.000-3.500 €uro al mese non è quella di un nababbo e ne prendiamo atto. Ma questo paese è fatto di pensionati con la minima, di Cococò da 800 €uro al mese e niente contributi, insegnanti da 1.200. E’ questa la nostra comunità nazionale. Non è così ricca e benestante come il sistema dei media vorrebbero farci credere. Ma se in Italia il 90% dei contribuenti dichiarano meno di 40.000 €uro e solo il 2% dichiara più di 70.000 €uro l’anno è con queste cifre che si devono fare i conti. Tra i grandi paesi dell’Europa occidentale l’Italia è il paese con la più diseguale distribuzione dei redditi e di conseguenza quel 2% di contribuenti è oggettivamente il più ricco rispetto al 98% restante. Delle due l’una (e lasciando fuori dal discorso il problema dell’evasione che però non può essere un alibi): o siamo contro qualsiasi forma di redistribuzione o la redistribuzione si fa con quel che c’è. Anche se non è molto.


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