Democrazia alla peruviana

La signora Eliane Karp è latitante. Eliane Karp è famosa perché negli ultimi cinque anni, in quanto moglie di Alejandro Toledo, è stata la “primera dama” in Perù, “first ledi” come diciamo in italiano. Da tempo i peruviani l’hanno definita ambiziosa, arrogante e corrotta, ma lei definì se stessa come “un fenomeno per il quale la società peruviana non è preparata”. L’arroganza non è un crimine ma la corruzione sì. Ed infatti la signora Karp oggi è ricercata dall’Interpol per vari reati connessi con la falsificazione di documenti, e con la sparizione di fondi pubblici nel fantomatico “despacho [ufficio] de la Primera Dama” che dirigeva. Alcuni saggi sul carattere della signora Karp e sul colonialismo culturale del quale hanno patito i peruviani rispetto al personaggio, si trovano in questo articolo di Luís Arce Borja.

La signora Karp, di origine franco- belga- statunitense- israeliana, a seconda dell’interlocutore, doveva aver sentito puzza di bruciato, tanto che abbandonò il paese prima della fine del mandato del marito senza più metterci piede. Si era distinta per lussi e sprechi da Imelda Marcos, ovviamente a spese dello stato, per atteggiamenti ripetutamente razzisti contro le popolazioni andine delle quali aveva sposato un esponente, e per perdere la calma in TV insultando urbi et orbi chiunque fosse contro il Trattato di Libero Commercio con gli Stati Uniti (la ragione unica di cinque anni di mandato del marito), utilizzando termini come “cani rabbiosi” e “poveri imbecilli”.

Oggi la signora Karp è di fatto latitante, anche se il marito, che è tornato a risiedere negli Stati Uniti appena concluso il suo quinquennio, sostiene che è all’estero per motivi familiari, senza specificare dove, ma che non si sottrarrà alla giustizia peruviana.

Triste destino quello del Perù. L’ex speranza indigena Alejandro Toledo, in realtà un ortodosso economista neoliberale, ha lasciato il posto ad Alan García, già ultracorrotto presidente socialdemocratico negli anni ’80. Il primo disastro di Alan García (è appena iniziato il secondo) aveva lasciato il posto alla semidittatura di Alberto Fujimori, anche lui appoggiato dalla sinistra per evitare il peggiore candidato di Washington, lo scrittore Mario Vargas Llosa. Dopo Fujimori, anche Toledo era stato eletto con i voti della sinistra peruviana.

L’economista neoliberale aveva entusiasmato la sinistra europea (che con un riflesso chiaramente razzista -benevolo ma sempre razzista- non era interessata alle posizioni politiche di Toledo ma solo alle sue origini) e l’immancabile Internazionale Socialista. Il marito della signora Karp è comunque riuscito nel miracolo di governare per cinque anni con un’approvazione da parte dell’opinione pubblica oscillante tra il 7 e l’11% ma con il 100% di approvazione da parte dell’Internazionale Socialista e dei mercati finanziari. L’IS, nell’ultima campagna elettorale, per sbarrare il cammino alla vittoria di Ollanta Humala, è riuscita perfino nel salto mortale di tornare ad appoggiare l’impresentabile Alan García che è oggi presidente.


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