Franco Frattini il terrorista e l’Iran

ayatollah Anche se è una buona notizia mi hanno fatto un po’ impressione le parole di Franco Frattini a Cecilia Rinaldini del Giornale Radio Rai: "L’Iran è un attore nella regione. Può ovviamente piacere a qualcuno e non piacere a qualcun altro, ma politicamente, se l’Iran vorrà giocare un ruolo positivo per stabilizzare l’Afghanistan, la comunità internazionale avrà solo da guadagnarci. Ecco perché dobbiamo tentare questa strada".

E ancora: "è un passo politico importante" l’ipotesi di invitare Teheran alla Conferenza internazionale sulla stabilizzazione di Afghanistan e Pakistan che si terrà a margine della ministeriale del G8 a Trieste dal 25 al 27 giugno, un passo "che io compirò in via ufficiale, dopo aver consultato i grandi partner internazionali, anzitutto gli Stati Uniti d’America e i partner europei del G8".

Fino a un anno fa per molto meno di dichiarazioni del genere Frattini stesso (e molti altri, anche nel centro-sinistra, D’Alema escluso) avrebbe accusato di terrorismo chi avesse osato farle. “Con l’Iran non si parla a nessun costo” era la parola d’ordine dominante e si preparava la guerra alla Persia. Non risulta che l’Iran di Ahmedinejad si sia mosso di un centimetro nel frattempo e allora sarà l’effetto Obama a fare arrivare il contrordine come quando l’asso di bastoni dell’asse del male, Gheddafi, di punto in bianco diventò per Berlusconi “il campione della libertà”.

Quello che è certo è che questa gente è così supina e così senza vergogna che se domani Fidel Castro diventasse presidente degli Stati Uniti loro ci metterebbero 30 secondi a diventare tutti fidelisti!