Ubs braccata dal fisco USA infrange il segreto bancario: consegnata lista di 250 evasori. E 780 milioni

UBS prova a uscire dallo scandalo dei conti 'occultati'

UBS prova a uscire dallo scandalo dei conti ‘occultati’

Alla fine ha patteggiato. E con 780 milioni di dollari ha chiuso una pagina non certo onorevole della sua storia, la banca svizzera Ubs, che aveva aiutato alcuni facoltosi clienti statunitensi ad evadere le tasse e ad occultare i propri patrimoni in conti offshore.

Caccia agli evasori
L’accordo con le autorità americane Usa prevede inoltre che la banca riveli i nomi di
alcuni clienti, che potranno cosi’ essere perseguiti penalmente, rivela oggi il New York Times. Ad andare alla sbarra, scrive il quotidiano elvetico Le Temps, saranno in 250. La banca svizzera si è impegnata a non fornire più servizi a cittadini americani con conti non dichiarati.

Crolla uno dei cardini dell’impenetrabilità delle banche svizzere
La procedura, che viola il diritto svizzero, aggiunge Le Temps, "è contestata". In cambio gli Stati uniti rinunceranno a reclamare i nomi di altri 19mila clienti.

"L’impensabile sta accadendo"
Il New York Times ha in apertura nell’edizione on line la notizia dell’accordo di Ubs con la corte federale di Fort Lauderdale, in Florida, che prevede il pagamento di 780 milioni di dollari da parte dell’Ubs per chiudere il procedimento. Questi ultimi sviluppi intervengono , "non a caso", alla vigilia della pubblicazione, da parte del Senato americano, di una lista di testimoni chiamati a comparire per fornire spiegazioni sull’affaire Ubs. Fra questi, lo stesso presidente della Banca, Peter Kurer.
Evitare la sbarra
La decisione dunque sembra essere detttata dall’urgenza di trovare un accordo con le autorità americani prima che il numero uno di Ubs si ritrovasse indagato dalla giustizia americana. Ma soprattutto, in questo modo, Ubs vuole evitare che in futuro le autorità americane mettano in opera una minaccia ben più grave, quella di ritirargli la licenza bancaria americana.
Perché anche Berna dice sì
Il Consiglio federale, che ha tenuto una riunione straordinaria ieri sera, dovrebbe annunciare ufficialmente la notizia questa mattina. Per motivi di forza maggiore, come la salvaguardia degli interessi nazionali, il governo può prendere misure urgenti e decidere di derogare al segreto bancario. Dopo il piano di salvataggio – deciso il 16 ottobre 2008 dal governo e dalla Banca nazionale Svizzera – sarebbe quindi la seconda volta che le autorità federali intervengono in modo decisivo per assicurare la sopravvivenza del piu’ grande istituto bancario elvetico.
La cassaforte svizzera
Secondo il Dipartimento di Giustizia americano, i clienti di Ubs che avrebbero frodato l’Internal Revenue Service (Irs, l’Agenzia delle Entrate a stelle e strisce) sarebbero dai 17mila ai 20mila e avrebbero occultato asset per 20 miliardi di dollari. "Ci prendiamo la totale responsabilità di queste attività illecite", ha dichiarato il presidente di Ubs, Peter Kurer.
Gola profonda
A far esplodere lo scandalo sui giornali americani, lo scorso giugno, Bradley Birkenfled, l’ex funzionario Ubs che confessò di aver aiutato un facoltoso cliente americano a nascondere 200 milioni di dollari all’Irs e accetto’ di collaborare con le autorità Usa. Intanto, sulla borsa di Zurigo, i titoli Ubs salgono del 3%. La Finma, l’autorità finanziaria svizzera, non condivide però l’ottimismo dei mercati, ed è convinta che il patteggiamento, uno dei più costosi della storia, possa mettere a rischio l’esistenza stessa dell’istituto elvetico.

http://www.rainews24.it/notizia.asp?newsid=107351