Il caso Bonsu a Parma: le foto dell’orrore dell’uomo nero e la bestia bianca

bonsu

 

L’uomo è il ragazzo nero, Emmanuel Bonsu, la bestia alle sue spalle è l’uomo bianco, il vigile urbano bianco, uno dei dieci bravi e rispettati vigili urbani di Parma, il branco, che hanno circondato il ragazzo nero, completamente innocente lo hanno terrorizzato, lo hanno picchiato, umiliato, lo hanno trattato come un trofeo. Ci si sono fotografati con l’uomo nero mortificato, col nemico sconfitto ed umiliato, un ragazzino inerme, come i soldati dell’esercito regio facevano in Abissinia o quelli francesi in Indocina.

L’uomo è il ragazzo ghanese, il ragazzino che fa il catechista in parrocchia a Parma e che i vigili urbani italiani, il branco, le belve razziste italiane hanno circondato, terrorizzato, picchiato, umiliato, trattato come un trofeo. Adesso sappiamo che le bestie sono tutti gli italiani che per pregiudizio razzista non hanno creduto a Emmanuel Bonsu, il ragazzo di Parma circondato, terrorizzato, picchiato, umiliato, trattato come un trofeo dai carnefici della piccola Diaz di Parma. Ci sono le foto, chiedete scusa a Emmanuel, belve che per pregiudizio razziste non gli avete creduto quando lui con dignità ha chiesto giustizia.

L’uomo è il ragazzo nero, quello con la schiena dritta che ha avuto il coraggio di denunciare i suoi aguzzini, Emmanuel Bonsu. Le bestie sono i vigili urbani, così squallidi ed impuniti da farsi le foto con la loro vittima trattata come trofeo, da calunniarlo sostenendo che avesse mentito. La bestia è il comandante dei vigili urbani di Parma, che ancora li difende. La dignità è tutta dalla parte del ragazzo Emmanuel, della sua famiglia che esige giustizia e che invece riceve minacce, insulti, più infamie.

A Parma, nel processo di Parma, contro i vigili urbani aguzzini di Emmanuel ci giochiamo la democrazia, la dignità, la decenza. Se la feccia bianca nella foto non sarà radiata, condannata, punita davvero è la fine della convivenza civile in questo paese.