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Dal 2 febbraio Antonio Caprarica cancella da Radio1 RAI ambiente e Sud del mondo

Giornalismo partecipativo [1] lo aveva segnalato [2] appena un mese dopo le elezioni politiche. Antonio Caprarica, il direttore del Giornale Radio RAI, ancora in quota centro-sinistra, offre su un piatto d’argento le fasce pregiate della programmazione di Radio1.

Sono gli orari tra le 7.30 e le 9 di mattina quando più di due milioni di persone sono sintonizzate sul canale più importante della radiofonia italiana. E sia i programmi che vengono cancellati, sia quelli che li sostituiranno, sembrano tasselli di un disegno che oscura temi scomodi, o che inducono a pensare. Un disegno che fa piacere alla maggioranza di governo.

Dal 2 febbraio, come conferma ItaliaOggi [3], i cambi che avevamo preannunciato già nel maggio 2008 si avverano nelle più fosche previsioni, saranno operativi e la programmazione di Radio1 RAI negli spazi più ambiti ne esce rivoluzionata. Spariscono i due programmi su ambiente e sud del mondo, “Habitat” e “Pianeta dimenticato”, in onda finora tra le 8.30 e le 9. Non solo. Si accorcia di quasi un terzo il GR1 delle 8, il corrispettivo radiofonico del TG1 delle 20, che sarà un giornale molto meno completo e sarà soprattutto un pastone politico, con meno notizie ma meglio selezionate e meno approfondimenti ma rigidamente classificati.

Lo spazio pregiato liberato sarà occupato dall’ennesima rassegna stampa, la cosa che sta fin dall’inizio più a cuore a Caprarica, e che è il pezzo fondamentale della rimodulazione. Tra Radio1, Radio3 e GR Parlamento di rassegne stampe se ne sovrappongono così ben quattro nelle prime ore del mattino. Evidentemente le rassegne stampa sono programmi appetitosi per Radio Rai. Si fanno contenti molti giornalisti, in genere potenti esterni a rotazione, che vanno pagati, e che rispondono ad eterni criteri di lottizzazione.

Comunque lo si guardi è una maniera per mettere l’accento e premiare il giornalismo mainstream in crisi economica e di credibilità da parte del pubblico. Prima del GR sparisce anche la storica rubrica “Questione di soldi”. Di questi tempi meglio non parlare troppo di economia e sostituire una trasmissione utile con una trasmissione d’intrattenimento, scelta insolita e per niente in linea in un canale dalla vocazione all-news come Radio1.