Due o tre cose (banali) sul Natale

Una delle poche cose belle dell’essere adulti è l’essere liberi di astenersi dalla tombola, dal mercante in fiera e dal sette e mezzo, ma non dagli spaghetti a vongole e dalla pizza di formaggi che mia sorella prepara all’altezza di come la faceva mamma.

Un’altra delle cose belle della libertà è potersi astenere dal rispondere agli SMS spersonalizzati che la gente compra un tanto al kilo e poi ti manda a quintali che, se non ne hai i numeri in rubrica, non sai neanche chi è 347*******. Non rispondi e basta. E se si offendono sti…

Un’altra cosa bella è poter cambiare canale. I convertiti e/o gli ostentatori di credi religiosi e politici sono sempre un po’ squallidi. Poco fa a Radio2 Lucio Dalla blaterava con voce stentorea che il Natale è importante: “perché io sono cristiano, perché noi siamo cristiani”…

Io che pure ho un po’ di nostalgia del rito e credo di dar valore al simbolo l’ho zittito senza pensarci due volte e ho girato su Radio3 dove c’era l’abate Enzo Bianchi che diceva cose profonde, interessanti e, anche per chi non è credente, tutto faceva del Natale meno che una cazzata identitaria.