Il Manifesto a 50 Euro. Quel che ho sulla punta della lingua…

manif Posso dire che sono profondamente infastidito dall’idea (sic) del Manifesto di far pagare il giornale per un giorno 50 Euro? Eccone i motivi.

1) E’ un’idea follemente elitaria. Invece di cercare di proporre un giornale che aumenti il numero di lettori trovano un metodo (sempre quello) per vendere appena un migliaio di copie in un giorno ma fare più soldi. Se poi da destra li chiamano “radical chic” hanno torto?

2) L’esclusione della maggioranza dei lettori (giovani, studenti, lavoratori), che non possono permettersi di comprare il giornale a 50 Euro è l’esatto contrario di quello che un giornale che si definisce comunista dovrebbe fare… Sono ideologico?

3) E’ la miglior maniera per fare in modo che quel giorno lo studente di cui sopra compri un altro giornale e poi lo ricompri il giorno dopo e quello dopo ancora. L’avete vista quanto è bellina l’Unità di Conchita? Non vi preoccupa? Ma certo… la concorrenza è un’idea liberal-capitalista che noi aborriamo.

4) Una cosa è l’azionariato popolare e un’altra è la questua. Bisogna spiegarlo?

5) Ricordo perfettamente il Manifesto venduto a 50.000 lire. Fanno anche loro un Euro-mille lire?

5) Testimonia che idee migliori non ve ne sono, che Internet per “il collettivo” non esiste e che insomma siamo alla frutta.

6) Non basta gridare che è colpa di Berlusconi e che se il Manifesto chiude non c’è più libertà di stampa.

7) Siamo sicuri che siano loro che “vogliono chiuderci” e non il Manifesto che “vuole chiudersi”?

Se penso poi che i fortunati che compreranno la copia a 50 Euro si troveranno un editoriale che avrà come incipit “quando fummo radiati dal PCI nel ‘68…” allora penso che tutte le stagioni passano e che non è neanche un male.