2020, nuova fuga dal Meridione. E’ assalto alle città del Centro-Nord

2020, nuova fuga dal Meridione E' assalto alle città del Centro-NordA eccezione di Genova, secondo le previsioni del rapporto Cittalia dell’Anci
Le principali città settentrionali registreranno nei prossimi 12 anni alti tassi di ripopolamento

 

Oltre ad essere poli d’attrazione per i nuovi immigrati del Sud, a Bologna, Milano, Torino, Firenze e Roma
si concentreranno gli stranieri più istruiti, e riprenderanno le nascite grazie ai migliori servizi sociali
di ROSARIA AMATO

E’ Bologna la città italiana che entro il 2020 registrerà il maggiore incremento della popolazione

ROMA – Tra la fine e gli anni ’90 e l’inizio del 2000 si era parlato di spopolamento delle grandi città, ma poi la tendenza si è invertita, e soprattutto al Centro-Nord le metropoli hanno ripreso a crescere, e continueranno a farlo. Secondo il rapporto Cittalia, pubblicato dalla Fondazione Ricerche dell’Anci (l’associazione dei comuni italiani) entro il 2020 la popolazione residente delle 11 città metropolitane crescerà del 3,2 per cento, ma con dinamiche diverse. Tenderanno a spopolarsi le tre grandi città del Mezzogiorno, Bari, Napoli e Palermo; analoga la tendenza di Genova. Mentre Firenze, Milano, Roma e Bologna registreranno tassi di crescita quasi doppi rispetto alla media nazionale, confermando, osservano i ricercatori dell’Anci, "l’esistenza di consistenti tendenze migratorie Sud-Nord".

Il Nord attrae meridionali e stranieri. Che l’emigrazione interna, dal Sud al Nord, sia ripresa da qualche anno nel nostro Paese lo attesta anche l’Istat, che lo ha sottolineato negli ultimi due rapporti annuali. Ma a fare la valigia per andare al Nord a cercare fortuna non sono solo i meridionali, come un tempo. In effetti un grosso contributo al ripopolamento delle grandi città del Centro-Nord è dato anche dagli immigrati stranieri, che tendono naturalmente a concentrarsi dove c’è il lavoro e dove ci sono migliori condizioni di vita. Tendenza che continuerà nei prossimi anni, grazie a "politiche di integrazione più performanti", attesta l’Anci. In particolare nel Centro-Nord tenderanno ad affluire soprattutto gli extracomunitari con un tasso d’istruzione più alto.
Favorisce anche la ripresa della natalità. A favorire l’aumento della popolazione nelle città del Centro-Nord, sottolinea il rapporto, anche la ripresa dei tassi di natalità, "dato da mettere in relazione anche alle politiche di conciliazione casa-lavoro che consentono alle donne di conciliare, appunto, il proprio impegno lavorativo con quello di mamma".
Tutto insomma contribuisce a un ulteriore declino del Sud, e a trasformare sempre più le grandi città del Centro-Nord in poli di attrazione. Tendenza alla quale non sfugge neanche una città che presenta diverse criticità come Venezia, che invece era stata soggetta negli ultimi 10 anni a una sostenuta ‘fuga’ dei suoi abitanti, e sembrava destinata al declino.
E ha un livello elevato di spesa sociale. D’altra parte a favore della scelta di città come Bologna, Firenze, Roma e Milano ci sono anche gli sforzi degli amministratori pubblici per assicurare una adeguata integrazione sociale ai propri abitanti. La spesa sociale per abitante è mediamente pari a 186 euro. Ma riflette situazioni molto diverse: si va dai 284 euro pro capite di Milano, 273 di Torino, 265 di Venezia e 218 di Bologna ai 174 euro di Cagliari, fino ai 123 di Napoli.
I tassi di crescita città per città. Pertanto, da qui al 2020, la popolazione crescerà in misura molto diversa nelle 11 città metropolitane. Bologna registrerà un incremento del 7,3%, corrispondente a oltre 27.000 persone. Seguono Roma (+6,7%), Milano (+6,3%), Firenze (+5%), Torino (+3%), Venezia (+2,2%). Mentre Genova perderà il 3,6%, seguita dalle città meridionali: Bari -2,8%, Napoli -2,6%, Palermo -1,2%.
I problemi posti dall’aumento della popolazione. La tendenza della popolazione a concentrarsi nei prossimi anni in poche aree del Centro-Nord, rilevano i ricercatori dell’Anci, amplierà la portata di problemi già pressanti: l’inquinamento, il consumo delle risorse energetiche, le difficoltà dell’integrazione sociale che spesso portanto i più deboli alla crescita di marginalità e a nuove forme di povertà.
Urgono politiche abitative e di inclusione sociale. "Ampie sacche di disoccupazione e di povertà – sottolinea l’indagine – e grandi fasce di popolazione esclusa rendono impossibile uno sviluppo urbano sostenibile perché sono condizioni che non consentono di offrire un ambiente sociale pacifico e condiviso". Le grandi città del Centro-Nord, pertanto, dovranno incrementare nei prossimi anni le politiche d’inclusione sociale che già adesso le rendono polo di attrazione per la popolazione, con particolare attenzione alle politiche abitative.
"La sostenibilità sociale – mette in guardia il rapporto – necessita di un importante lavoro fatto sull’integrazione e sull’inclusione dei diversi gruppi di popolazione nella città attraverso un accesso garantito agli alloggi, tramite il diritto al lavoro e il riconoscimento di altri diritti".

http://www.repubblica.it/2008/11/sezioni/cronaca/anci-metropoli/anci-metropoli/anci-metropoli.html