Foibe

E’ tutto vero. Il PCI occultò per opportunismo politico quei crimini. Ed è bene che se ne parli. Non è bene, è ancora criminale, lo stravolgimento della realtà, il revisionismo bottegaio della destra o da cattiva coscienza della sinistra odierna che appare disposta ad ammettere tutto ed il contrario di tutto.


Non se ne può più di sentire parlare di “italiani brava gente”. Non se ne può più di sentire parlare dell’Istria e della Dalmazia come di “terre italiane” sottratteci ingiustamente. Una volta per tutte: se nei tre centri più importanti, Zara, Pola e Fiume (i tre capoluoghi di provincia) c’era una maggioranza di popolazione italofona e sostanzialmente italiana, nelle campagne non c’era un italiano a cercarlo col lanternino. Meno del 5% della popolazione era italiana. In totale, in tutta la regione gli italiani erano una forte minoranza, ma minoranza. Quindi non erano necessariamente “terre italiane”, ingiustamente sottratte dal trattato di pace, come a sproposito sento blaterare.


Ciò non giustifica le foibe se non in un altro contesto, quello della bestialità della guerra e della crudeltà -anche criminale- del sanguinario giro di vendette scatenatosi tra gli ultimi mesi ed il periodo successivo. Soprattutto, la giusta condanna delle foibe non può occultare la bestialità di decenni di italianizzazione forzata di quelle terre, con violazione di massa dei diritti umani e la selvaggia occupazione nazifascista. Tutto ciò, nella corretta uscita dall’oblio di questo crimine, ricaccia nell’oblio il contesto. E il contesto è quello della seconda guerra mondiale. Nelle foibe morirono 3-5.000 persone. Senza entrare in calcoli illegittimi e differenze tra vittime innocenti, torturatori e collaborazionisti, resta un fenomeno all’interno di una guerra mondiale nella quale morirono 50 milioni di persone.


L’intento delle destre, di crearne un loro olocausto, è strumentale e va rigettato. E’ giusto ricordare e condannare, ma anche ristabilire le proporzioni.


Anche la questione dei profughi istriani e dalmati appare usata oggi in maniera strumentale tanto che viene perfino confusa con le foibe. Il riassetto postseconda guerra mondiale, vide spostamenti di massa di decine di milioni di persone con sofferenze bibliche conseguenti. La Polonia venne fatta slittare di 200 km verso Ovest, tra India e Pakistan vennero scambiati milioni di abitanti. Ognuno di questi spostamenti ha causato lutti e drammi umani.


L’Italia, da paese aggressore e poi sconfitto, non poteva non pagare un prezzo territoriale. L’ha pagato, ma non per colpa della Yugoslavia aggredita e che seppe liberarsi da sola, ma per colpa propria e del regime fascista. Ed è l’Italia e quel regime che furono responsabili del dramma di quei profughi.