Maroni & Saviano. Detto tra noi…

Non mi sembra che Roberto Maroni abbia detto qualcosa di terribile su Roberto Saviano. Sarebbe grave se Saviano fosse l’unico simbolo della lotta alla criminalità organizzata e nel bisogno di eroi ci sono almeno due debolezze. La prima è quella della necessità stessa dell’eroe eponimo, che rappresenta una battaglia che non si sta vincendo, la seconda è che nel simbolo statua equestre si tende sempre a vedere qualcosa di inarrivabile per la gente comune. Il che ha in genere un effetto più paralizzante che dinamizzante delle forze della società civile.

E allora bene ha detto Roberto Maroni che Saviano è “un” simbolo e non “il” simbolo. E che ci sono la società civile e le forze dell’ordine in prima linea nella lotta alla Camorra senza per questo stare sempre sotto i riflettori. Dato a Maroni quel ch’è di Maroni, il che non sposta di una virgola stima e sostegno a Saviano, il punto debole del ragionamento di Maroni è che… società civile, forze dell’ordine e… e… e il governo?

Non solo al governo c’è Nicola Cosentino, casalese coordinatore campano di Forza Italia e sottosegretario all’Economia e personaggio NON al di sopra di ogni sospetto. Ma oltre a mandare scenograficamente poche centinaia di soldati a far nascondere sotto il tappeto la monnezza più evidente, non c’è null’altro che faccia pensare che il governo sia in prima linea nella lotta alla Camorra e al degrado. E allora ci arrangiamo, come abbiamo sempre fatto. E tra Roberto Maroni e Roberto Saviano non abbiamo dubbi su chi dei due ci rappresenti.