Noi Olimpici, Joseph Ratzinger, Calisto Tanzi, Iginio Calamita e John Maynard Keynes

Per una volta ha almeno mezza ragione perfino Joseph Ratzinger: i soldi non fanno la felicità. Così ha più o meno detto, una cosa banalissima eppure solare. Chissà a chi parlava Benedetto XVI? Credo che il pastore tedesco non avesse l’ambizione di parlare a Richard Fuld, il capo della Lehman Brothers, che prima di farla fallire e mandare per la strada decine di migliaia di lavoratori si è firmato un assegnino da 500 milioni di dollari tra buonuscita e altri benefit. E chissà se parlasse a Calisto Tanzi, che ci tiene a spacciarsi per un buon cattolico, ma che si è fumato i risparmi di 200.000 persone.

Probabilmente non parlava a loro, ma se si pentissero e si confessasero non riesco neanche a immaginare quanti milioni di Avemarie dovrebbero dire Fuld e Tanzi per avere l’assoluzione.

Ci spiegano, per giustificare la rottura del pensiero unico neoliberale, che si sta rivelando una meravigliosa chance di dare di nuovo l’assalto al treno dello Stato, che nel 2008 la classe media statunitense ha già perso il 30% dei propri risparmi e almeno il 20% del valore del mattone con il quale garantivano i loro consumi.

Peggio andrà a quei lavoratori, anche in Europa, anche in Italia, che invece di lottare per difendere un sistema pensionistico pubblico che continuasse a garantire tutti, si sono fatti ingannare e si sono giocati la pensione in fondi privati, illusi di lasciare il cerino in mano ad altri, appena un po’ più poveri di loro. E invece è stato qualcuno molto più ricco di loro a lasciargli il cerino in mano. Domando loro: vale la pena la guerra tra poveri per sommergere chi ha versato 2-3-5 anni di contributi meno di voi, nell’illusione di potervi salvare da soli? Adesso che il cerino sta rimanendo in mano proprio a voi, di tanta sana etica protestante, leggasi di tanto individualismo ed egoismo sociale, cosa ci fate?

Il fatto è che ha ragione il sempre lucido Iginio Calamita a domandarci: “siamo disposti, come società, comunità di lavoratori, professionisti, ecc. ad abbassare il nostro livello di vita ancora per condividere il nostro pane con chi ne ha meno, molto meno di noi?”

Al momento la risposta sembra essere ancora un NO secco. Ma domani chissà. Del resto è solo il loro ridicolo estremismo monetarista che per anni ha dipinto John Maynard Keynes come un comunista. Adesso è evidente, ma alle persone oneste è sempre stato evidente, che l’unico capitalismo possibile, se esiste un capitalismo possibile, è quello che redistribuisce, tra classi e tra nazioni, ovvero il contrario di quanto si è fatto da Bretton Woods in avanti con l’eccezione di pochi gloriosi esempi, il Piano Marshall, i fondi di coesione comunitari alla Spagna.

Non è che facciano piacere le disgrazie altrui, ma da chi una volta pagato l’affitto e le bollette restano tre-quattrocento Euro per arrivare a fine mese, non si può pretendere compassione per chi ha creduto di far soldi “mettendosi short”, ovvero puntando sul ribasso guadagnando soldi sul fallimento di imprese reali e sulla perdita del lavoro di persone in carne ed ossa. Anche oggi c’è chi fa soldi, perché in borsa, per chi sa giocare, che un titolo cresca o cali non cambia nulla. Banditi. Almeno fino a che intorno non ci sarà un cumulo di macerie.

E allora per una volta gli Olimpici, quelli che possiamo serenamente sederci sulla riva del fiume siamo noi, quelli che francescanamente paghiamo l’affitto tutti i mesi. Non in perfetta letizia, ma sapendo che il fatto che il capitalismo di rapina per decenni ci ha considerati scorie da eliminare è un punto d’onore.