Buone notizie sulla pubblicità in America latina

pubblicitaarmenti Circa un anno fa ho scritto un saggio, oggi pubblicato in cartaceo, sul razzismo nella pubblicità in America Latina.

Ne pubblicai uno stralcio qui.

In breve raccontavo come in un continente soprattutto meticcio, nero e indigeno, l’essere bianco era condizione sufficiente per essere testimonial del mercato pubblicitario. Dal Messico al Perù in America latina acquistare un bene di consumo sbianca la pelle.

Quel saggio credo che valga ancora oggi al 99% ma per fortuna Pietro Armenti, su Notizie da Caracas, ci mostra brillantemente una pubblicità che va in controtendenza.

Riporto il breve commento di Armenti:

Cambia l’estetica pubblicitaria, quando arrivai ricordo la metropolitana: la propaganda della bambina bionda felice con il suo portatile Barbie, nella linea cha va da Petare a Palo Verde. Due barrios.

Biondine nella metropolitana non se ne vedevano, c’era solo lei, stampa piazzata  a caso  tra lavoratori stanchi e giovani in divisa. Ora quel tipo di pubblicità è scomparsa, tutto diventa popolare. Viso, sfondo, denti, e sguardo stanco di chi lavora.

Quella che vediamo non è una pubblicità istituzionale del governo di Hugo Chávez. Movistar è un’impresa privata di telefonia mobile, spagnola, che per fare profitti sceglie come testimonial un lavoratore più nero che meticcio, ma piccola classe media che, comprando il primo cellulare a sua figlia, sta ascendendo socialmente. Quella che vediamo è una pubblicità fatta senza porsi il problema di che razza sia meglio usare per vendere un prodotto ma che semplicemente usa una faccia come quella di chi deve comprare il prodotto. Una rondine non fa primavera ma chissà, anche da questo punto di vista il Venezuela e l’America latina sono in movimento.