Se il Fact checking sulle Universiadi di Napoli non è una cosa seria

Lo schiavo sottomesso fa dipendere la propria dignità dal dare ragione al padrone. Più di recente, negli ultimi decenni, è stata la sinistra, per stare in società, a far dipendere la propria legittimità dal dar ragione alla destra. Antonio Polito ci ha costruito una carriera e quasi un genere giornalistico, oggi inflazionato.

Per la città di #Napoli da qualche anno ciò si declina con la categoria del #vittimismo. Ogni volta che il napoletano protesta, facendo notare una rappresentazione non gradita, stereotipata, denigratoria, falsata della città (in regime di libertà di espressione sarà pure libero di farlo!) la replica acida non è mai con argomenti ma zittendolo: “sei vittimista”. Potrebbe avere torto, ma non merita argomenti, è vittimista, e tanto basta. Essere vittimista è una specie di “peccato originale” aggiunto. Per antonomasia siamo sfaticati, ladri, pizza, mandolino… e vittimisti,

Ovviamente il napoletano “sì badrone” si allinea e sbraccia per farlo notare: ha ragione Libero, ha ragione Cruciani, ha ragione la Lega, “che ne sapete voi dei vostri problemi” diceva Troisi, siete vittimisti. È il caso del “Napolista”, espressione della buona borghesia collinare che, rispetto al sostanziale silenzio dei media sulle Universiadi di Napoli (un bilancio straordinariamente positivo su tutti i piani), che è stato tra l’altro splendidamente chiosato in un articolo di Maurizio De Giovanni sul Corriere del Mezzogiorno, addirittura spara a tutta pagina un “Fact checking”. Ma quale silenzio, siete vittimisti. E cosa c’è di più giornalisticamente rigoroso di un britannico fact checking, che in italiano spicciolo sarebbe una verifica, un controllo? Tanto più se serve a confermare quello che per due settimane è stato evidente ai più: l’Italia è stata col fiato sospeso a seguire le universiadi e chi sostiene il contrario è, manco a dirlo “vittimista”.

Purtroppo le comparazioni che fa il Napolista sono tutte sballate. Si può comparare senza ridere l’attenzione giornalistica per un evento per il quale, a 67 minuti di treno da Roma, sarebbero stati venduti 300.000 biglietti, con le ultime universiadi in Corea del Sud? Eppure è quello che risulta inequivocabilmente: siccome di un evento in Corea del Sud non si è parlato tanto, se pretendevate più attenzione solo perché le Universiadi erano in Campania, allora siete -indovinate- vittimisti.

Un esempio in particolare svela non solo l’infondatezza ma anche la scorrettezza dell’operazione. Da abbonato a Repubblica sobbalzo a sapere che l’accuratissimo Fact Checking del Napolista mi spieghi che il più importante quotidiano italiano a sud del Po abbia dedicato ben 270 (duecentosettanta) articoli alle Universiadi di Napoli. Quasi venti al giorno e vi lamentate pure? O sono orbo, e può essere, o sono vittimista, e non mi pare. Sto fact checking non mi convince. Allora faccio il mio Fact checking personale andando alle fonti, che alla fine è proprio il mio mestiere di storico.

Prendo la mia collezione del quotidiano nazionale, verifico giorno per giorno e questa è quanto mi risulta sia stato lo spazio dedicato da Repubblica alle Universiadi di Napoli:

3 luglio mezza pagina a p. 36 dedicata all’inaugurazione;

4 luglio p. 19, breve su Mattarella che incontra la piccola Noemi e, in taglio basso a p. 41, piccola foto con didascalia sull’inaugurazione;

6 luglio p. 33, lettera alla redazione di un vittimista napoletano lamentando la scarsa attenzione;

7 luglio, p. 44, box in taglio basso sui risultati della scherma;

11 luglio, p. 41, box in taglio basso con alcuni risultati di vari sport;

14 luglio, p. 45, box in alto che presenta la cerimonia di chiusura;

15 luglio, p. 30, colonna con breve bilancio sia sportivo che politico della manifestazione.

In due settimane stiamo dunque parlando di appena due articoli, uno il 3 luglio di presentazione, uno il 15 di commento, quattro notizie brevi, una piccola fotonotizia e una lettera alla redazione. A me pare poco, ma non voglio discutere e rimando a Maurizio De Giovanni. Cosa hanno fatto allora i furbetti del Napolista per dare dei vittimisti ai loro concittadini? Hanno messo la parola Universiadi nel motore di ricerca di Repubblica.

La risposta è effettivamente che la parola Universiadi ricorra 270 volte e hanno chiamato queste 270 ricorrenze “270 articoli”. Sicuri? 270 articoli? Non è un poco assai? È decisamente troppo se 233 delle occorrenze (hanno scelto di non verificare, altrimenti il gioco non reggeva, ma una verifica che non verifica è una barzelletta) sono tra Repubblica Napoli e Video. Quelle mancanti sono degli articoli di cui sopra e della pagina dei programmi tivù (che per il Napolista contano come articoli). Basta così.

Caro Napolista, che bisogno c’era di fare una figuraccia così? Se per sposare la vostra teoria sul vittimismo dei napoletani, voi, Cruciani e Calderoli, dovete taroccare pure una cosa seria come il Fact Checking, l’unica cosa che emerge è la vostra assoluta mancanza di serietà.