Lula andrà in carcere da innocente per impedirne l’elezione

Lula andrà in carcere da innocente per impedirne l’elezione a Presidente della Repubblica.

Al Tribunale supremo è andata come tutti i poteri forti, quelli economici (di una grande potenza industriale, finanziaria e agro-alimentare), mediatici (un oligopolio ossessivo che è l’opposto della libertà d’espressione), giudiziari (il giudice Moro che ha condannato Lula alla testa delle manifestazioni delle destre e ainda mais) volevano che andasse. Con 6 voti contro 5 il tribunale supremo rende oggi possibile l’arresto di Lula prima che la sua condanna per presunta corruzione divenga definitiva.

Con ogni probabilità quindi Lula entrerà in carcere nella condizione che, anche per il sistema giudiziario brasiliano, è quella di innocente fino all’ultimo grado di giudizio. Ciò al solo scopo di impedirgli di candidarsi e tornare presidente, come desiderano le masse brasiliane, quelle moltitudini di operai, contadini, lavoratori informali che continuano a vedere in Lula uno di loro e l’unica possibilità di riscatto.

Dopo l’infamia di votare l’impeachement di Dilma in nome dei suoi torturatori, il Brasile e l’America latina compiono un passo in più verso la normalizzazione e il ritorno alla subalternità storica alla quale il sistema mondo li ha destinati. Le ferite saranno suturate aprendo praterie alla candidatura del parafascista Bolsonaro, che promette legge e ordine con l’esercito nelle strade; a sparare contro i poveri.

Così quelli che in tutti questi anni hanno spaccato il capello in quattro sia da destra che da sinistra per stigmatizzare la titanica – e forse impossibile – impresa di cambiare il Brasile e l’America latina, potranno mettersi il cuore in pace: da domani potranno tornare a indignarsi per meninos da rua e contadini sem terra morti ammazzati, senza più doversi interrogare e prendere distanze sulle speranze, le difficoltà, gli errori, di un governo amico. L’America latina torna normale, a testa in giù in fondo al Sud del mondo, contenti? È un giorno nero, la lotta continua. Io sono Lula.