Germaine Tillion tra i quattro resistenti francesi che entrano al Pantheon

gtillion

François Hollande ha ratificato la decisione su quattro nuovi resistenti che entreranno nel Pantheon tra i grandi della Storia di Francia. Tra loro vi è la celebre etnologa Germaine Tillion (foto), grande specialista dell’Algeria, dei berberi e del Nord Africa, che si unì alla Resistenza come responsabile delle evasioni e delle fughe di prigionieri fino al suo arresto e la deportazione a Ravensbrück. Dopo la guerra continuò a lavorare oltre che sui suoi temi sui crimini di guerra e divenne docente dell’EHESS per morire a 101 anni nel 2008. Con lei entreranno nel Pantheon Geneviève de Gaulle-Anthonioz, nipote di De Gaulle, lavorò per tre anni nei servizi informativi fino ad essere deportata, anch’ella a Ravensbrück. Nel 1987 sarà testimone chiave nel processo a Klaus Barbie.

Con loro due uomini. Il giornalista e polemista Pierre Brossolette, dirigente della resistenza interna, rivale politico di Jean Moulin che fu dimenticato a lungo nel dopoguerra per la sua critica radicale delle ragioni della sconfitta francese e non amato in particolare dalla SFIO per la sua volontà di creare un partito non marxista sul modello del laburismo inglese. Arrestato e torturato orribilmente, riesce a liberarsi e lanciarsi nel vuoto per non parlare. Infine entrerà nel Pantheon Jean Zay, radicale, ebreo, antimilitarista e pacifista, che fu ministro dell’educazione nel governo del Fronte Popolare. Dopo la sconfitta fu processato da Vichy, degradato e condannato. Restò fino al 1944 in condizione di detenzione fino a quando il 20 giugno 1944 fu prelevato da tre miliziani collaborazionisti e assassinato. Il 5 luglio del 1945 sarà pienamente riabilitato dalla corte d’appello di Riom. I quattro raggiungono al Pantheon altri tre resistenti: lo stesso Jean Mulin, lo scrittore André Malraux e il premio Nobel per la Pace René Cassin.