Perché non brindo alla decadenza di Silvio Berlusconi

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No, non mi cambia la vita la decadenza del satrapo lombardo. Non brindo, non rido, non festeggio. Ha rubato i miei venti e i miei trent’anni e vorreste che vi dicessimo bravi, voi burocratini del Partito democratico col sedere al caldo. Ha smantellato pezzo per pezzo la nostra democrazia, ha corrotto persone e costumi, manipolato coscienze. Ha comprato corpi e portato in alto i peggiori, spacciandolo per merito.

No, non sono contento e non vi dico bravi per aver fatto il minimo sindacale. Decade oggi ma non è mai stato eleggibile. Vent’anni ci sono voluti. Non dovevate farcelo entrare in Parlamento, quindi non sono contento che oggi ne esca. Era ineleggibile e non vi siete opposti. C’era un enorme conflitto d’interesse e avete trattato. Ci avete mangiato la crostata insieme e ancora dovete spiegare perché. Gli avete lasciato fare la grande porcata perché conveniva anche a voi autonominarvi invece che farvi eleggere. L’avete usato come foglia di fico per non dire mai, neanche per sbaglio, cose di sinistra. Ci avete fatto un governo insieme.

Vorreste che vi dicessimo bravi per avergli lasciato ridurre in macerie la nostra democrazia e il nostro paese. Costernato e rabbioso, non brindo, vorrei solo scompariste anche voi, complici di regime. Simul stabunt simul cadent. Ma non succederà.