Ma Silvio Berlusconi cosa vuole?

silvio-berlusconi A vederlo partire lancia in resta in difesa del mariuolo Ottaviano del Turco, Presidente della Regione Abruzzo, del Partito Democratico, inquisito per una alluvione di tangenti, uno si domanda davvero qual’è l’obiettivo di Silvio Berlusconi. Non gli è bastato il Lodo Alfano che sostanzialmente lo blinda a vita. Non è vero allora che la sua è una battaglia ad personam. La sua contro la magistratura è una vera e propria crociata.

Non gli basta più la separazione delle carriere, dice. Cosa vorrà di più? L’abolizione tout court del reato di corruzione, come fece col falso in bilancio? Niente può più sorprenderci. Perchè? E’ difficile pensare a un obbiettivo personale o politico. A 71 anni, con davanti cinque anni da capo del governo e sette o quattordici come presidente della Repubblica, straordinariamente ricco e potente, Berlusconi ha vinto su tutta la linea. Perchè vuole coprirsi di ridicolo di fronte ai suoi amici all’estero? Non ne ha bisogno.

E’ ricattato? E’ difficile pensare che Berlusconi oggi sia ricattabile. Ha messo in piedi una macchina mediatico-legislativa che può smontare qualunque accusa, vera o falsa che sia. E del resto il voto popolare, lo ha affermato più volte deviando in senso bonapartista il senso della Costituzione, impedisce finanche di criticarlo.

E allora qual’è l’imperitura forza che muove Silvio Berlusconi contro la magistratura sempre e comunque, anche quando questa dimostra quello che lui ha sempre sostenuto, che la sinistra è marcia (come la destra)?

Basta dire che ha una concezione autoritaria e proprietaria della cosa pubblica per dire tutto e niente. Nessuno lo può toccare e chi si oppone ai suoi piani, come per l’esercito a guardia della monnezza, deve essere castigato. La sostanziale assoluzione dei torturatori di Bolzaneto, per la quale è stato a lungo preparato il clima, va nella stessa direzione.

Il caso di Ottaviano del Turco (per carità, la presunzione di innocenza…) conferma in tutta la sua infamia quello che sapevamo. Esiste oramai un partito unico della corruzione nella quale i nostri non sono secondi ai loro. E i nostri si uniscono ai loro per bloccare le inchieste della magistratura.

Abbiamo un sistema a partito unico delle tangenti, sostanzialmente senza opposizione, con un potere esecutivo che controlla pienamente quello legislativo e sta schiacciando in un angolo quello giudiziario. Senza divisione di potere non c’è democrazia ooccidentale. Abbiamo un partito unico, non c’è più la divisione dei poteri, la stampa è asservita al potere e chi protesta viene bastonato a Chiaiano come a Bolzaneto.

Esitiamo ancora a chiamarlo regime?