Arrestato il cugino del Presidente colombiano Álvaro Uribe. Era un paramilitare

_44592135_080423_bogota_203b1 Mario Uribe è il cugino del Presidente colombiano Uribe e suo socio politico di prima importanza e vicinanza. E’ stato arrestato ieri a Bogotà per paramilitarismo dopo aver provato a chiedere asilo politico nell’Ambasciata del Costarica. Proprio lui era stato l’estensore della legge con la quale erano stati amnistiati i crimini dei paramilitari. Di fronte alle gravissime accuse per crimini di natura comune delle quali è accusato il cugino del Presidente, il governo del paese centroamericano non ha potuto che rifiutare la richiesta.

L’ambasciata del Costarica fin dalla mattina era stata circondata da associazioni in difesa dei diritti umani che al grido di "assassino, assassino" chiedevano che non venisse concesso l’asilo politico. Oggi Mario Uribe dovrebbe essere trasferito nel carcere per privilegiati di La Picota dove sono detenuti la maggior parte dei politici coinvolti con la cosiddetta "parapolitica" che si considera che controlli il 30% del parlamento colombiano. Al momento sono 32 i parlamentari detenuti e circa 70 quelli inquisiti. Dal mese di ottobre non era più senatore proprio per le gravissime accuse di paramilitarismo che pendevano sulla sua testa. Chi si è dimesso, come Uribe, lo ha fatto perchè da parlamentare verrebbe giudicato dalla Corte suprema, considerata non infiltrata dal paramilitarismo, mentre invece la magistratura ordinaria, sotto la quale giurisdizione ricade a questo punto il caso, viene considerata più lenta e malleabile.

Il presidente colombiano ha accolto "con dolore patriottico" la notizia ma poi ha lanciato un messaggio di sfida alla magistratura con la quale tiene aperta da tempo una guerra proprio contro l’indipendenza di quel potere dall’esecutivo. Secondo molti osservatori colombiani oramai le inchieste stanno arrivando al presidente che Ingrid Betancourt, prima di essere silenziata dalle FARC, aveva costantemente accusato di paramilitarismo.

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