La SIP, sempre più nel suo labirinto, attacca Julian Assange

La Società Interamericana di Stampa (SIP), la padronale dell’informazione latinoamericana, in questi anni dedicatasi costantemente a demonizzare i governi di centro-sinistra latinoamericani e a difendere i tradizionali monopoli informativi, come quello del Gruppo Clarín in Argentina, è sempre più in un labirinto e, per parlar d’altro, se la prende con Julian Assange.

Nella sua Assemblea Generale inauguratasi ieri a San Paolo del Brasile, piuttosto che occuparsi dei troppi giornalisti morti ammazzati in paesi come il Messico, la Colombia, l’Honduras, non ha trovato meglio da fare che attaccare frontalmente Julian Assange. Il fondatore di Wikileaks, reo di aver chiesto asilo politico nell’Ambasciata dell’Ecuador a Londra, è stato accusato di praticare un giornalismo disonesto e irresponsabile.

In realtà la richiesta di asilo da parte di Assange proprio ad una repubblica integrazionista latinoamericana quale l’Ecuador presieduto da Rafael Correa rende ancor più scoperto il gioco di menzogne della grande stampa latinoamericana e mondiale sull’America latina attuale che, se è ed è stato un luogo di soffocamento della libertà d’espressione, non lo è certo a causa di Rafael Correa o Hugo Chávez ma per il ruolo sempiterno svolto dalle grandi famiglie mafiose e monopoliste che la SIP rappresenta.

L’assemblea generale della SIP, screditatissima salvo che per il mainstream, è stata accompagnata da importanti manifestazioni di protesta sotto lo slogan “i monopoli mediatici soffrono la libertà d’espressione”.