Di Messico non si deve parlare

Al momento la parola Messico non ricorre nelle home page dei tre principali quotidiani italiani, La Repubblica, Il Corriere della Sera, La Stampa. Cercando su Google News in lingua italiana si trova il pezzo di Paolo Manzo per la Stampa come unico articolo visibile online da un quotidiano a tiratura nazionale insieme a una ventina scarsa di altri pezzi, in genere sciatti, di agenzie e testate online dove il favorito Enrique Peña Nieto diventa a volte Nieto (sbagliatissimo, semmai Peña) oppure Pena Nieto, che pena.

Nella pagina Esteri di Repubblica ci sono 21 link a 21 tra articoli, brevi e post di blog del giornale ma nessuno di questi è dedicato al Messico. In pratica le elezioni presidenziali in un paese di oltre 100 milioni di abitanti, membro dell’OCSE e del G20, lasciano completamente indifferenti i media italiani in maniera perfino più stridente rispetto al passato. Viene da ricordare di quando Omero Ciai, tra i commenti su questo sito, lasciò scritto che l’unica notizia rilevante sulla Colombia (paese pure molto meno importante del Messico) fosse per La Repubblica la sorte di Ingrid Betancourt. Adesso la Repubblica trova spazio per il Mali, la Siria, perfino per il caldo record a Londra e la visita del presidente bielorusso in Venezuela (che serve a denigrare Chávez) ma non per le presidenziali messicane.

Non è difficile intuire il perché di un disinteresse omissivo che testimonia l’insipienza se non la malafede dei nostri giornali. Il Messico, più di ogni altro paese al mondo, rappresenta il fallimento totale del modello economico vigente mentre l’America latina rende evidente che esistono alternative al neoliberismo. E di questo è bene non parlare.

Sulle elezioni in Messico qui.