L’arte di votare al tempo del "Porcellum"

126348369_c5bf813ec8Non è per niente sicuro che Silvio Berlusconi ce la faccia. Neanche alla Camera. Ma soprattutto il Senato potrebbe trasformarsi in un incubo per il Popolo delle Libertà. Se gli elettori di centro sinistra sapranno votare in maniera utile il campo per le destre sarà disseminato di mine. Ecco una breve guida su come votare a Porcella, la regione del Porcellum!

Premessa: questo articolo è postideologico. Non prende in considerazione i programmi dei diversi partiti e coalizioni ma prova a dare una risposta semplice ad un’unica domanda: come fare a far prendere meno parlamentari possibile al PDL, a Berlusconi, Bossi e Mussolini?

Per farla breve le cose al Senato stanno così: Il Porcellum è così brutto e antidemocratico che ci sono casi nei quali un elettore del PD favorisce il proprio partito votando la Sinistra Arcobaleno e viceversa.
Per un esempio pratico, il caso dell’Umbria, vedi qui.

Alla Camera, brevemente, arrivando primo il PD, questo avrebbe una comoda maggioranza del 55% dei seggi, non più condivisa con la sinistra radicale e gli alleati centristi minori (Mastella, Dini…), ma solo con Italia dei Valori. Se il PD non dovesse arrivare primo (l’ultimo sondaggio disponibile qui dà 42.5 al PDL e 38.4% al PD) quella maggioranza toccherebbe a Berlusconi. Alla Camera è pressoché sicuro che solo quattro liste, PD e PDL (più coalizzati), Sinistra Arcobaleno e UDC supereranno il quorum del 4%. Un quinto soggetto, La Destra, dato dai sondaggi intorno al 2%, ha qualche lontanissima possibilità di fare un quorum che vale un trentina dei 290 deputati che toccano a tutte le opposizioni. Ovviamente meglio va La Destra (e l’UDC) più possibilità di vincere ha il PD. Voto di disturbo è invece quello al partito socialista, a Giuliano Ferrara o alle varie listine a sinistra della Sinistra Arcobaleno. Insomma: alla Camera è tutto abbastanza facile e ognuno può prendersi le sue responsabilità.

I problemi, come tutti sanno, sono al Senato. E qui la rottura delle coalizioni li ha complicati moltissimo. In particolare ci sono due problemi. Il primo è che il premio viene attribuito alla prima forza di OGNI regione. Il secondo è dato dal fatto che SA e UDC, entrambe date nei sondaggi nazionali appena al di sotto del quorum dell’8% (buono per il Senato) riusciranno a starvi sopra in alcune regioni e saranno fuori in altre. Quindi per capirci, ci saranno regioni dove la minoranza dei seggi sarà attribuita ad una sola forza, in altre a due, in altre ancora a tre. Un caos.

Dopo il divorzio tra PDL e UDC, il PD è in vantaggio sicuro in Emilia-Romagna e Toscana ma dovrebbe farcela anche in Umbria, Marche e Basilicata. La partita è aperta con diverse sfumature in Abruzzo, Campania, Sardegna, Calabria, Liguria e Piemonte mentre è sostanzialmente chiusa a favore della destra in Lombardia, Veneto, Friuli, Lazio, Puglia e Sicilia. Ma se capire chi sarà primo regione per regione non è impossibile e sondaggi vengono proposti ovunque, ben più difficile è capire se SA e UDC faranno il quorum nelle diverse regioni.

I calcoli possibili sono migliaia, e una delle variabili più nefaste e meno democratica è proprio quella che imbizzarrisce i risultati del Senato a seconda di chi e dove raggiunge un quorum molto alto, posto all’8%. Per capirci, se l’UDC o la SA passano in una regione dal 7.99% all’8.01% o viceversa spostano non solo i loro seggi ma anche quelli di altri partiti in maniera sostanziale. In teoria una famiglia di elettori che arriva tardi da una scampagnata potrebbe far scattare o meno il quorum di un partito in una singola regione, spostare così anche una decina di seggi e ribaltare la maggioranza nazionale.

Detto questo ci sono alcuni possibili orientamenti che un elettore “normale” di centrosinistra può recepire pur se con estrema prudenza. In particolare ve n’è una: ognuno deve informarsi sui risultati della propria regione (quelli del 2006, o i sondaggi) per cercare di capire chi arriverà primo tra PD e PDL. Inoltre dovrà capire quante possibilità ha nella propria regione la SA di fare il quorum e frullare come segue questi dati:

1) Nelle regioni dove il PD prenderà sicuramente più voti del PDL al Senato (le tipiche regioni rosse ma non solo), votare Sinistra Arcobaleno a Palazzo Madama vuol dire sottrarre seggi a Berlusconi. Spiegheremo perché.

2) Ma attenzione: in tutte le regioni dove si prevede che la SA non arrivi all’8%, votarla vuol dire numericamente favorire SEMPRE Berlusconi.

3) Nelle regioni dove sicuramente vincerà la PDL, tutto dipende dalle possibilità della SA di superare il quorum regionale. Se voti in una regione dove la SA farà sicuramente il quorum, non ci sono calcoli: potrai votare secondo le tue inclinazioni e i seggi saranno distribuiti proporzionalmente tra PD e SA, entrambi all’opposizione. Se sono regioni dove la SA non arriva all’8% si ricade al punto 2.

Se ti basta questo orientamento puoi smettere di leggere. Da qui in avanti vedremo di capire materialmente come ciò sia possibile.

Nelle 17 regioni (tutte meno Molise, Valle d’Aosta e Trentino Alto Adige) che attribuiscono un premio di maggioranza (del 55% dei seggi al partito primo arrivato) se due soli partiti superano il quorum questi si spartiscono tutti i seggi, 55% al primo e 45% al secondo. Se a superare il quorum saranno più soggetti, la primo partito resterà sempre il 55% mentre il 45% verrà redistribuito con risultati imprevedibili.

porcella Per capirci, facciamo un caso di scuola. Mettiamo che in una regione inesistente, che chiameremo Porcella, si attribuiscano 100 seggi. In realtà la regione che attribuisce più seggi è la Lombardia con 47, ma Porcella ci semplifica la cose. Dovendo attribuire 100 seggi, e sapendo che al partito primo arrivato il Porcellum attribuisce il 55% dei seggi è chiaro che nella Porcella questo prenderebbe esattamente 55 seggi (a meno di non avere più del 55% di voti, ma è un evento poco probabile che non considereremo).

Facciamo alcuni casi di scuola nei quali elimineremo per semplificare ulteriormente l’UDC:

1) Porcella è una regione rosa. Vince il PD ma la SA non fa il quorum. In questo caso il PD avrà 55 seggi, il PDL 45 e la SA 0.

2) Porcella è una regione rossa. Vince il PD e la SA fa il quorum. In questo caso il PD avrà sempre 55 seggi, la PDL (più o meno) 37 e la SA 8. Nota come a parità di rapporti di forza tra i due maggiori il rapporto tra i seggi si stravolga.

3) Porcella è una regione azzurra. Vince il PDL e la SA fa il quorum. In questo caso il PD avrà circa 37 seggi, il PDL 55 e la SA 8.

4) Porcella è una regione nera. Vince il PDL ma la SA non fa il quorum. In questo caso il PD avrà 45 seggi, il PDL 55 e la SA nessuno. Occhio, in questo caso vale con l’UDC quello che vale per SA al punto 2. Se la SA non fa il quorum, ma lo fa l’UDC, i voti a SA sottrarrano seggi al PD e favoriranno la PDL. Teoricamente al PDL potrebbe perfino convenire far convogliare propri voti superflui sulla SA per amplificare quest’obbiettivo.

E’ evidente che il caso più importante è il secondo. Per il PD la presenza di SA in Senato aumenta moltissimo il vantaggio sul PDL. Tornando dai numeri alla terra è quella differenza che regione rossa per regione rossa può (nell’ipotesi che Silvio Berlusconi vinca alla Camera) impedire alle destre di avere un’ampia maggioranza al Senato e governare comodamente per cinque anni. Ma al di là dei calcoli personali, e tutto questo articolo lo dimostra, voteremo con una legge indecente.

Per un esempio pratico, il caso dell’Umbria, vedi qui.