- Gennaro Carotenuto - https://www.gennarocarotenuto.it -

Giornalismo partecipativo, ma partecipativo davvero!

Ogni tanto è utile parlare di noi. A quasi tre mesi dal cambio di piattaforma del sito è possibile fare un primissimo rapido bilancio su quest’avventura: 17° blog in Italia [1], 500 utenti iscritti, migliaia di lettori al giorno. Il dato, che mi riempie di felicità, è che stiamo vincendo insieme la scommessa di un sito davvero partecipativo.

Sono già oltre 400 i “dialoghi” pubblicati, ovvero i vostri contributi, a volte originali, a volte con il prezioso suggerimento di letture da altri media, a volte veicolando qui articoli scritti per altri siti e blog. Non posso ringraziare sempre tutti, ma lo faccio cumulativamente: grazie. Sono orgoglioso della qualità di tutti i contributi e ancor di più quando si possono offrire articoli come quelli pubblicati negli ultimi giorni come (ne cito due tra tanti) il reportage da Haiti inviato da Barbara Meo Evoli [2] o il lavoro di Andrea d’Orazio dal ghetto di San Nicola Varco [3]. Ogni articolo inserito nei dialoghi ha già una media di lettori altissima e con Dario Caregnato, il webmaster di Giornalismo partecipativo, stiamo studiando forme di ulteriore maggiore visibilità per i vostri articoli.

L’altro dato fantastico è che Giornalismo partecipativo è oramai in pianta stabile tra i più letti e linkati e quindi autorevoli siti italiani. Lo testimonia il 17° posto [1] assoluto in Italia secondo Blogbabel. Guardando le statistiche di Google Analytics e confrontandole con la vecchia versione del sito tutti i dati sono in crescita in pochi mesi tra il 25 e il 50%. Numeri importanti accresciuti dall’accordo strategico con il sito di Gianni Minà e della rivista Latinoamerica [4].

In un giorno feriale medio almeno 1700 persone entrano nel sito leggendo più di 3.000 articoli. A questi si aggiungono i quasi 400 lettori del feed RSS e gli oltre 2000 iscritti alla newsletter [5]. I temi di maggior interesse sono quelli sociali e giornalistici, il caso Maiani, la disinformazione dei media, l’aborto, l’America latina. E’ il nostro (di tutti) specifico. Continueremo a cercare di farlo al meglio e di ripagare la fiducia di tutti.

PS Ho voluto commentare quest’articolo con la bella immagine del maestro elementare colombiano Gustavo Moncayo, che ha attraversato a piedi la Colombia chiedendo l’accordo umanitario. In questo momento nel quale il regime uribista fa rullare tamburi di guerra, il Giornalismo partecipativo [6] non può non stare al fianco di gente come lui.