Giornalismo partecipativo, ma partecipativo davvero!

Ogni tanto è utile parlare di noi. A quasi tre mesi dal cambio di piattaforma del sito è possibile fare un primissimo rapido bilancio su quest’avventura: 17° blog in Italia, 500 utenti iscritti, migliaia di lettori al giorno. Il dato, che mi riempie di felicità, è che stiamo vincendo insieme la scommessa di un sito davvero partecipativo.

Sono già oltre 400 i “dialoghi” pubblicati, ovvero i vostri contributi, a volte originali, a volte con il prezioso suggerimento di letture da altri media, a volte veicolando qui articoli scritti per altri siti e blog. Non posso ringraziare sempre tutti, ma lo faccio cumulativamente: grazie. Sono orgoglioso della qualità di tutti i contributi e ancor di più quando si possono offrire articoli come quelli pubblicati negli ultimi giorni come (ne cito due tra tanti) il reportage da Haiti inviato da Barbara Meo Evoli o il lavoro di Andrea d’Orazio dal ghetto di San Nicola Varco. Ogni articolo inserito nei dialoghi ha già una media di lettori altissima e con Dario Caregnato, il webmaster di Giornalismo partecipativo, stiamo studiando forme di ulteriore maggiore visibilità per i vostri articoli.

L’altro dato fantastico è che Giornalismo partecipativo è oramai in pianta stabile tra i più letti e linkati e quindi autorevoli siti italiani. Lo testimonia il 17° posto assoluto in Italia secondo Blogbabel. Guardando le statistiche di Google Analytics e confrontandole con la vecchia versione del sito tutti i dati sono in crescita in pochi mesi tra il 25 e il 50%. Numeri importanti accresciuti dall’accordo strategico con il sito di Gianni Minà e della rivista Latinoamerica.

In un giorno feriale medio almeno 1700 persone entrano nel sito leggendo più di 3.000 articoli. A questi si aggiungono i quasi 400 lettori del feed RSS e gli oltre 2000 iscritti alla newsletter. I temi di maggior interesse sono quelli sociali e giornalistici, il caso Maiani, la disinformazione dei media, l’aborto, l’America latina. E’ il nostro (di tutti) specifico. Continueremo a cercare di farlo al meglio e di ripagare la fiducia di tutti.

PS Ho voluto commentare quest’articolo con la bella immagine del maestro elementare colombiano Gustavo Moncayo, che ha attraversato a piedi la Colombia chiedendo l’accordo umanitario. In questo momento nel quale il regime uribista fa rullare tamburi di guerra, il Giornalismo partecipativo non può non stare al fianco di gente come lui.